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Icea, “un grande amore finito in divorzio”

tiziana magnacca“I cittadini di San Salvo devono essere messi a riparo dalle conseguenze di una sentenza così pesante. Sono tanti gli sforzi che questa amministrazione fa quotidianamente facendo anche il conto con i tagli dei trasferimenti vengono operati, cercando di mantenere basse le tariffe. I cittadini non devono pagare un debito a cui non hanno concorso in alcun modo”. Ad affermarlo ieri mattina il sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca nell’illustrare, nel corso di un’articolata e corposa conferenza stampa, l’iter giudiziario per il caso Icea che approderà in Consiglio comunale giovedì prossimo con il riconoscimento dei debiti fuori bilancio per oltre 4 milioni di euro. Un iter giudiziario complesso con la necessità di ricostruire tutti i passaggi con la ricerca della documentazione e la lettura attenta delle sentenze.

Come ricordato dal sindaco, tutto inizia a fine anni ’80, quando l’allora amministrazione di centrosinistra decide di dar seguito a quanto previsto dal Piano regolatore e realizzare un complesso residenziale nella zona Peep. Partono così i primi atti, con l’occupazione di urgenza; durante l’iter per gli espropri dei terreni si stabilisce il prezzo di mille lire al metro quadro da riconoscere ai proprietari e con delibera del 6 dicembre 1988 il Comune “promette” l’assegnazione dei terreni, per la realizzazione del progetto, a cinque ditte, tra cui l’Icea che si vede assegnato il 70% dei terreni. A distanza di un paio di settimane, la prima “stranezza”, rilevata dal sindaco: dopo l’assegnazione, l’Icea decide di ricomprare a 7 mila lire dai privati quegli stessi terreni che dovevano essergli assegnati, a seguito dell’esproprio stabilito a mille lire. Sulle motivazioni di questa “manovra”, naturalmente è impossibile fare considerazioni oggettive, in mancanza di riscontri precisi, certo è che però è parso un procedimento piuttosto singolare.
Si arriva comunque al settembre del 1989, quando il Comune assegna i terreni all’Icea e, “in tempi che farebbero invidia ad ogni amministratore”, si iniziano a rilasciare le concessioni edilizie; nel frattempo una delle ditte interessate al progetto si tira indietro, consentendo all’Icea di passare alla costruzione di 172 alloggi, rispetto ai 156 previsti precedentemente. Vengono quindi stipulate le convenzioni per la concessione delle superfici e si stabilisce, come da normativa, che i prezzi della cessione delle aree devono essere comprensivi di oneri di urbanizzazione e altre spese che il Comune doveva sostenere o aveva già sostenuto. A questo punto l’Icea comincia la costruzione dei fabbricati e nel 1993 il Tribunale di Vasto dichiara il progetto concluso.
È in questo momento che la “storia d’amore” tra Icea e amministrazione comunale si rivela in tutta la sua provvisorietà. Nel 1994, infatti, il consorzio fa causa al Comune e chiede un risarcimento danni da occupazione illegittima, in quanto lo stesso ente non aveva ultimato le procedure per l’esproprio dei terreni (che l’Icea aveva ricomprato dai privati); così, da un lato l’Icea “costruttrice” si vede assegnare i (suoi) terreni e ci costruisce, dall’altra l’Icea “proprietaria” fa causa al Comune che – non avendo ultimato le procedure di esproprio – avrebbe così causato un danno all’Icea “proprietaria” che non avrebbe potuto utilizzare liberamente quegli stessi terreni.
Per il sindaco di San Salvo questa situazione paradossale – che ha anche altri risvolti – è derivata appunto dalla “fine dell’idillio” tra Consorzio e amministrazione comunale, per questioni di natura politica o contrasti personali: “L’Icea – ha sottolineato il sindaco Tiziana Magnacca – nasce come un validissimo progetto dalla mente e dalla volontà dell’allora PCI”; qualcosa però è andato storto nei rapporti con l’amministrazione di centrosinistra tanto che oggi, in quella di centrodestra, risultano esserci alcuni dei protagonisti di quelle vicende. Non è chiaro se il passaggio nell’altra sponda politica sia stato causato da quei contrasti o viceversa, certo è che qualcosa non ha funzionato e oggi il Comune si ritrova con questa tegola da 4 milioni a cui far fronte.

“Contrasti di natura personale o politica – ha sottolineato il sindaco di San Salvo – non possono però pesare sulla testa dei cittadini sansalvesi” e l’impegno dell’amministrazione comunale è volto proprio a trovare una soluzione in merito. Un’indicazione è già arrivata dal Consiglio di Stato che ha spiegato il percorso da seguire nel pagamento del debito. In sostanza, riprendendo la convenzione che è intervenuta tra il Comune e i soggetti assegnatari della zona Peep, si evince che tutte le spese sostenute da questo ente per la realizzazione della zona Peep e per l’acquisizione delle aree devono essere coperte dalle ditte assegnatarie. Linea seguita dal Comune con proprie delibere in questi anni. Insomma, i soldi che il Comune deve dare all’Icea li potrà prendere… dall’Icea. Per il sindaco di San Salvo, comunque, la soluzione migliore rimane una ricomposizione bonaria dei contenziosi: “Mi auguro – ha infatti concluso il sindaco – che si possa arrivare a miti consigli e lavorerò per questo. Perché si possa sgombrare il campo da inimicizie, da cattivi rapporti interpersonali, dalle problematiche di natura politica, che pure ci sono state in questi contenziosi e si possa guardare al bene della città e al tempo stesso che Icea possa comprendere che una saggia soluzione di questa vicenda è un passo ineludibile”.

n.l.

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