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Consorzio di Bonifica, PD: contenti per le mensilità pagate, ma sul futuro resta buio fitto

Consorzio di Bonifica_1L’affondo alle sinistre portato dall’assessore alle Politiche agricole della Regione Abruzzo nel giorno di Santo Stefano annunciando il pagamento di alcune mensilità ai dipendenti del Consorzio di Bonifica Sud hanno suscitato la replica stizzita di chi si è sentito chiamato in causa in prima persona. A tentare una replica è Camillo D’Amico, capogruppo provinciale del Partito Democratico, ma, nel contempo, rappresentante della Copagri una delle organizzazioni rappresentative che avevano un rappresentante nel consiglio consortile. “Siamo contenti – scrive l’esponente dei democratici – del fatto che i dipendenti abbiano potuto avere pagate alcune mensilità arretrate ma il futuro del Consorzio di Bonifica Sud con sede a Vasto resta  incerto e denso di un buio fitto”.

A D’Amico non è andato giù il comunicato “elettorale” di Febbo “Nel mentre i dipendenti hanno passato un Natale più tranquillo di quello che a loro si prospettava – aggiunge – solo qualche giorno fa, l’uomo del governo regionale allo scopo delegato per istituto adotta toni e termini da campagna elettorale dimenticando di essersi concesso ben sei mesi in più d’incarico pieno di gratifiche d’ogni genere dove, piuttosto che comunicare, dovrebbe agire e realizzare. Ma tant’è”. E come in un agguerrito contest di scherma D’Amico cerca di parare il colpo e portare la controstoccata “Non comprendiamo, ne c’interessa, a quali “famiglie” egli alluda nel suo comunicato stampa d’annuncio del pagamento degli stipendi ai dipendenti, perché è terminologia che appartiene ad altri luoghi Italici tristemente noti di cui siamo fortunatamente lontani per culto e tradizioni, ma a lui contestiamo una visione della democrazia intesa come occupazione sistematica, da silenti ed ubbidienti, di ogni spazio di potere e di governo.  E’ quello che è accaduto nel consorzio di bonifica Sud con sede a Vasto dove ha imposto un suo equilibrio a propria immagine e somiglianza scevra ad ogni utile collaborazione, consiglio o suggerimento costruttivo che potessero aiutare a far uscire dal pantano e dall’ immobilismo l’ente consortile.

Lì chi si è disunito o distinto del pensiero unico dominate è stato prima emarginato e poi fatto fisicamente fuori ricorrendo a codicilli statutari e pareri legali opinabili e di parte.

Questo è avvenuto con tutti al di là di qualsiasi ruolo si rivestiva o si rappresentava.

La richiesta delle dimissioni del presidente Fabrizio Marchetti e la contestuale nomina di un commissario ad acta non è stata da noi fatta per punire ma per aiutare a fare chiarezza su debiti e crediti che restano ancora del tutto incerti nonostante l’approvazione del bilancio cui, l’allegata relazione del collegio dei revisori dei conti, lascia aperti dubbi e perplessità d’ogni genere anche in ragione dei tanti ricorsi cui tutte  le procedure  restano tuttora aperte e gli esiti ancora incerti.

Riteniamo si sia adottata un’iniziativa parzialissima e limitata al doveroso pagamento di alcuni stipendi arretrati dei dipendenti di cui c’è poco da gioire rispetto ai macigni futuri che restano verso la quale bisogna ancora dare risposte”.

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