L’assemblea dei soci dell’Icea non ha accettato il tentativo di trovare un accordo di conciliazione, così come aveva auspicato il Consiglio comunale nella seduta del 12 dicembre scorso, e sul quale ha lavorato il Sindaco Tiziana Magnacca, che aveva deciso volontariamente di non parlare della questione anche nell’incontro con i giornalisti per lo scambio degli auguri; non solo, l’Icea ha anche deciso di dare piena ottemperanza alla sentenza n. 1051/2913 con cui il Comune di San Salvo è stato condannato a pagare a oltre 4 milioni di euro.
Con amarezza il sindaco Tiziana Magnacca commenta che «questo atteggiamento di chiusura dell’Icea non fa altro che incancrenire un contenzioso lungo e a tutti incomprensibile, rischiando di far pagare ai cittadini di San Salvo le scelte fatte oltre 25 anni fa».
Ad oggi non si riescono ancora a individuare i motivi che hanno originato questo contenzioso, che solo adesso è arrivato all’attenzione del Consiglio comunale.
«Questa amministrazione – aggiunge il sindaco – ha cercato in tutti i modi di sanare una vicenda della quale non ha nessuna responsabilità né politica né amministrativa e verso la quale ha il dovere di assumere iniziative formali a tutela di tutti i cittadini di San Salvo, per evitare ulteriore aggravamento della situazione».
L’amministrazione comunale e la maggioranza si faranno carico della responsabilità di portare avanti la linea più oggettiva e legale per il bene della cittadinanza.
Si auspica che l’opposizione in maniera responsabile valuti il passato del quale è stata protagonista nella vicenda Icea, in primo luogo non scaricando le colpe su questa maggioranza, e in particolare assumendo la propria responsabilità delle conseguenze per le scelte allora fatte.
Una decisione quella dell’assemblea dei soci Icea che crediamo non cada come un fulmine a ciel sereno in capo all’Amministrazione visto che la stessa, come ha scoperto il collega Orazio Di Stefano, in data 12 dicembre aveva deliberato attraverso la Giunta il ricorso innanzi alla Corte di Cassazione contro il pronunciamento della Corte di Appello de L’Aquila.
Una decisione quella del Consorzio che di fatto aggrava di molto la situazione contabile del Comune e che potrebbe pesare sull’assetto del personale dell’Ente (il 30% potrebbe essere messo in mobilità qualora non si riescano a trovare contromisure adeguate), ma anche della Giunta e del Consiglio, visto che alcune delle persone implicate nella vicenda direttamente o indirettamente siedono oggi nella maggioranza. Senza contare che ne risentirà pesantemente anche il piano delle opere che ci è stato illustrato nella conferenza di fine anno e che, secondo gli intenti dell’Amministrazione, sarebbero servite anche da volano per il rilancio dell’economia locale.