È stato il vescovo della diocesi di Chieti-Vasto, Mons. Bruno Forte, a presiedere ieri domenica 19 gennaio, alla presenza di tantissimi fedeli, presso la parrocchia di S. Pietro, retta da don Stellerino D’Anniballe, la solenne celebrazione eucaristica nella ricorrenza del Giubileo, concesso il 12 dicembre 1777 dal Pontefice Pio VI, come ringraziamento per l’ospitalità data a Papa Alessandro III dal 7 febbraio al 9 marzo 1177.
All’omelia Padre Bruno ha approfondito i tre termini che, in base alle letture bibliche, indicano la condizione dei cristiani, discepoli di Gesù: servi, apostoli, testimoni. Essere “servi” significa diventare liberi da tutte le schiavitù e vivere la propria vita al servizio di Dio e dei fratelli. In quanto “apostoli” i cristiani devono essere impegnati a portare a tutti il Vangelo e donare agli altri la libertà e la gioia, avute dal Signore. Essere “testimoni” significa innanzitutto aver vissuto l’incontro con Dio, incontro che cambia la vita, per poi testimoniarlo nel mondo. Tra le tre parole, ha aggiunto l’Arcivescovo, c’è un crescendo che deve portare ogni battezzato a vivere la propria esistenza nel segno del servizio autentico, dell’ardente missionarietà e della forte testimonianza.
Padre Bruno ha concluso il suo intervento ricordando che ha terminato le visite pastorali in Diocesi: “Sono stati cinque anni intensi, dove ho potuto conoscere le diverse realtà parrocchiali. Abbiamo una Chiesa viva e bella, ma che ha bisogno di maggiore impegno evangelico, perché i fedeli che frequentano la Messa domenicale sono appena il 20%. E l’altro 80% dov’è?”.
Luigi Medea
