È Nicola Argirò il primo esponente del vastese coinvolto nel filone di indagine sulla presunta Rimborsopoli in Regione Abruzzo a rompere il muro del silenzio. Il consigliere regionale sansalvese si è dichiarato tranquillo su tutta la vicenda “Fino alle 13 di oggi – ha detto – non avevo ancora ricevuto la notifica e quando ho letto cosa mi si contesta non posso non rimanere tranquillo, anche s emi sono rivolto a un legale per la mia tutela”. E così mentre il collega Antonio Prospero si limita a commentare “Per uno che fa politica è normale essere messo sotto inchiesta”, Argirò chiarisce come in qualità di presidente di Commissione, che oltretutto si rapporta con ben cinque assessorati, aveva diritto a un viaggio al mese ed invece ne ha fatti solo 3 in 5 anni e tutti al Vinitaly, manifestazione di interesse internazionale per la produzione olivitivinicola abruzzese.
Ed è proprio in merito alle spese per recarsi alla manifestazione veronese del 2010 che si fonda l’informazione di garanzia per il consigliere pidiellino: “Mi contestano tra viaggio, vitto e alloggio una incongruenza di 200 euro tra quanto rimborsato e quanto rendicontato, ma non prepariamo noi consiglieri la relativa documentazione e si è trattato sicuramente di un errore che sarà chiarito”.
Intanto quest’oggi i diciotto rappresentanti di centrodestra coinvolti nelle indagini della Procura di Pescara si sono confrontati. “Da quanto ci siamo detti – ha concluso Argirò – ci contestano in media incongruenze di 70-80 euro. Nessuna rimborsopoli, nessuna maxi truffa, dunque, come ho sentito e letto oggi”.
Il 4 febbraio è previsto il confronto con il Gup di Pescara che dovrà decidere se rimandare a giudizio gli indagati oppure no.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)