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Arap: per il senatore Castaldi molte le anomalie, anche con risvolti penali, da verificare

Castaldi_SenatoSulla vicenda della nuova Azienda regionale delle Aree produttive, che sta suscitando non poche polemiche in merito al defraudamento del Coasiv, torna a parlare anche il senatore Gianluca Castaldi, con un articolo documento in cui evidenzia alcune anomalie sulle quali sono incentrate due suoi esposti alla Corte dei Conti Regionale, una sua interrogazione al Ministro dell’Ambiente e due sue richieste alla Procura di Vasto e di Pescara. Ecco il testo del documento che chiarisce la posizione del parlamentare grillino vastese

“Oggi molti esponenti politici vastesi si indignano sulla prossima nomina dei 3 membri del Consiglio di Amministrazione dell’ARAP, l’Azienda Regionale delle Aree Produttive che dovrebbe sostituire i Consorzi Industriali, e la cui legge istitutiva è entrata in vigore circa due e anni e mezzo fa. Il che la dice lunga sulla fondatezza della operazione che non ancora riesce a concludersi.

Ma si indignano perché nelle nomine non ci sarebbero “personalità” riconducibili ad esperienze nell’ex COASIV. (come se le ultime, quelle dei Commissari e dirigenti mandati in “missione” presso l’ex COASIV non fossero state nomine altrettanto pilotate.)

Anche questa volta si ricorre ad una sveltina o marchetta se preferite, contenuta nella Legge Regionale 7 del 2014, che all’articolo 14 contiene l’ennesimo aggiramento della legge 4/2009: “Principi generali in materia di riordino degli enti regionali”. Per cui si agisce “nelle more“ mentre in realtà questo aggiramento è funzionale anche a far decadere una parte del ricorso pendente al TAR de L’Aquila, che dovrebbe esaminare anche la possibilità di porre una questione di costituzionalità della Legge istituiva dell’ARAP.

Come ho sempre sostenuto (in solitudine, come M5S: con due esposti alla Corte dei Conti Regionale, una interrogazione al Ministro dell’Ambiente, PD, Orlando), non voglio disconoscere la necessità del riordino e della modernizzazione dei consorzi industriali. Ma averlo fatto in maniera così unilaterale e sommatoria (e continuando a farlo nominando “guardiani”) mettendo insieme situazioni così diversificate dal punto di vista  funzionale e gestione, si sta rivelando un vero fallimento: si sono messe insieme realtà che funzionavano e funzionano bene, con i bilanci in attivo, come il Sangro e Vasto, a veri e propri disastri economici e gestionali; facendo tra l’altro gravare sui consorzi “sani” come quello del  Sangro e del Vastese, i costi della “fusione”.

E mi ritorna in mente la domanda che feci tanto tempo fa a Confindustria che tanto si è spesa per un “energico” intervento sui Consorzi Industriali e per una riforma della gestione delle aree industriali: è soddisfatta del risultato che, ad oggi, ha il solo dato certo dell’aumento dei costi per le imprese? Era questa l’esigenza espressa?

L’ex COASIV, come ha ricordato anche Peppino Forte, vice presidente del Consiglio Comunale di Vasto e consigliere provinciale per il PD, porta in dote ben 11 milioni e 350 mila euro di beni immobili ed una disponibilità di cassa di circa 10 milioni di euro.

Se questa è una “spregevole operazione politica” (e lo è e non solo politica) bisogna combatterla dalla base. E non possiamo dimenticare che questa disputa di carattere campanilistico rischia di nascondere gli” affari” veri quali quelli che si nascondono dietro la introduzione di una nuova disciplina per quanto riguarda la gestione degli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione, per favorire la gestione del socio privato del bene pubblico individuabile nel CONIV, sottraendo sostanzialmente beni patrimoniali pubblici. Per questo chiederò alla Procura della Repubblica di Pescara (sede ARAP) e Vasto (sede ex COASIV) di verificare il tentativo di coartazione dei dati di gestione degli impianto di depurazione e smaltimento rifiuti liquidi in capo a CONIV Servizi ed ecologia S.p.A. (a sua volta detenuta dall’ex COASIV); la pressione indebita verso i funzionari responsabili affinché i dati risultanti rispetto alla tipicità della gestione (civile o industriale) possano favorire il socio privato. E quindi predeterminare la scelta di un operatore economico cui affidare per 5 anni, in qualità di socio di società mista a maggioranza pubblica, (senza gara pubblica); il coinvolgimento diretto nella valutazione del soggetto privato del CONIV, in pieno ed interessato conflitto di interessi”.

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