Era il 18 novembre 2012, quando in un’abitazione di via Anghella furono ritrovati morti i coniugi Emidio Del Vecchio, di 78 anni, e Adele Tumini, di 72, uccisi con numerose coltellate. Le indagini avevano immediatamente condotto i Carabinieri sulle tracce del figlio della coppia, l’allora 37enne Marco Del Vecchio, bloccato a poche ore dal ritrovamento dei corpi, mentre vagava per il centro storico di Vasto. L’uomo era in possesso di un coltello e non è stato facile per i militari portarlo in caserma per il primo interrogatorio. L’amministrazione comunale aveva anche assegnato un encomio solenne ai militari che si erano distinti in quell’operazione.
Da quel momento Marco Del Vecchio è rimasto l’unico imputato per quell’orrendo omicidio, ma non ha mai ammesso responsabilità a riguardo. Il processo, che la difesa dell’imputato rappresentata dall’avvocato Raffaele Giacomucci ha ottenuto di svolgere con rito abbreviato, è stato caratterizzato da più di una perizia psichiatria a carico dell’imputato e in diverse fasi processuali ha fatto la comparsa presso il Tribunale di Vasto anche la nota criminologa Roberta Bruzzone, perito per la parte civile rappresentata dall’avvocato Gianni Menna.
Ieri un’altra lunga giornata conclusa solo intorno alle 19, al termine della quale il giudice Anna Rosa Capuozzo ha rinviato al 25 febbraio l’udienza per il processo a carico di Marco Del Vecchio; sarà allora che presumibilmente si conosceranno le decisioni del giudice, a meno che lo stesso non accoglierà la richiesta di un supplemento di perizia, avanzata dalla difesa.
Intanto l’accusa, rappresentata in aula dal pm Enrica Medori, ha chiesto per l’imputato la pena dell’ergastolo e l’isolamento diurno per 3 anni, mentre, la difesa ha richiesto l’assoluzione o, in subordine, il riconoscimento delle attenuanti generiche e il minimo della pena.