Ogni anno, in Italia, una famiglia butta in media 49 chili di cibo. Lo fa per disattenzione o negligenza nella gestione della spesa. Una quantità di cibo che, ogni anno, viene acquistato e riposto in frigorifero, per finire poi direttamente nella spazzatura. Così 1,19 milioni di tonnellate di alimenti vanno in discarica. Uno spreco che ammonta a 7,65 miliardi di euro l’anno, pari a 316 euro per ciascuna famiglia. Lo spreco del cibo, argomento molto discusso, non riguarda ovviamente soltanto l’Italia. Molte le nazioni interessate, ma soprattutto negli Stati Uniti raggiunge punte altissime. Per sensibilizzare i cittadini sul problema, il ventisettenne Rob Greenfield di San Diego si è impegnato in una insolita sfida personale: per una settimana ha mangiato cibo recuperato dalla spazzatura. Ma ha fatto anche qualcosa di più: ha preparato 21 piatti di “alta cucina”, per dimostrare che si tratta di cibo in perfette condizioni. Greenfield ha recuperato le sue cibarie dai cassonetti dei negozi di alimentari, che appaiono il vero punto debole dello spreco di cibo negli Stati Uniti: prodotti come frutta, verdura, latte e latticini, quando non sono più freschissimi vengono gettati via. Ma il fatto che non siano freschissimi non vuol dire che non siano più commestibili, e nemmeno che siano scaduti. Alcune stime dicono che negli Stati Uniti d’America vengono buttati via ogni anno 40.000 tonnellate di cibo commestibile. L’iniziativa di Greenfield vuole sensibilizzare l’opinione pubblica a smetterla di sprecare il cibo, quando in altre nazione del mondo vi sono ancora tante persone che muoiono letteralmente di fame.
Andrea Giove