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Alto Vastese, solo Celenza sul Trigno “paga” la riorganizzazione sanitaria

celenza sul trignoSuona come una beffa la delibera n°187 firmata martedì scorso dai vertici della Asl Lanciano-Vasto-Chieti attraverso cui si “prende atto” della nota del 10 gennaio del Commissario ad Acta (il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi) per la rideterminazione delle circoscrizioni di Continuità assistenziale, così come in effetti promesso dal governo regionale che, a seguito di proteste, mobilitazioni, consigli comunali straordinari e ricorsi al Tar che hanno registrato in prima linea l’amministrazione comunale di Celenza sul Trigno, aveva assicurato che avrebbe dato mandato ai vertici della Asl di rivedere la riorganizzazione. “Abbiamo sbagliato – aveva ammesso candidamente Febbo, durante un incontro sul tema promosso a Monteodorisio lo scorso ottobre – e la questione dovrà essere rivista”.
Nulla è cambiato – almeno per il momento – nel distretto di Vasto, nel quale era prevista la riduzione delle sedi di Scerni e Cupello, confermata anche nell’ultima delibera del 24 febbraio; così come appare invariata la situazione negli altri distretti. L’unica modifica apportata dalla delibera n°187 è quella nel distretto dell’Alto Vastese; qui delle 5 sedi presenti (Gissi, Palmoli, Carunchio, Celenza sul Trigno e Castiglione Messer Marino) con la delibera n°1985 del 20 dicembre 2012 era stato deciso di chiudere le sedi di Carunchio e Celenza sul Trigno, una decisione fortemente contestata per il “buco” che si andava a creare nel territorio da Palmoli a Castiglione nel servizio di continuità assistenziale. Proteste, consigli comunali, ricorsi al Tar e il risultato è stato che con la delibera n°187 del 25 febbraio 2014 si è pensato di ridurre il “buco”, salvando la sede di Carunchio (distante meno di 10 km dall’altra sede di Continuità assistenziale di Palmoli) e confermando la chiusura di quella di Celenza sul Trigno, di fatto rimasta isolata, in quanto la differenza in tempi di percorrenza tra Celenza sul Trigno e Carunchio o Celenza sul Trigno e Vasto, che pure dista oltre 40 km, si conta in una decina di minuti, per via delle condizioni e della conformazione della rete stradale. A queste condizioni, facilmente un cittadino decide che fa prima ad andare al Pronto soccorso di Vasto.
Ad ogni modo alla Asl hanno deciso di “smussare l’angolo” del territorio dell’Alto Vastese rimasto scoperto, piuttosto che “tapparlo” nel suo punto più esposto.
Le ragioni di questa decisione, come appare evidente, non possono risiedere in questioni di natura geografica, visto che il “cerotto” è stato messo ai margini e non a copertura della ferita rappresentata da un’ampio tratto di territorio privo di servizio di Continuità assistenziale.
Il sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, una spiegazione però se l’è data: “Il piano di razionalizzazione comporterà la chiusura della guardia medica di Celenza sul Trigno, unico comune a pagare un prezzo insopportabile forse perché amministrato da una lista civica, viste le scelte che sono state compiute. Anche per tale proposta ci rivolgeremo, così come abbiamo fatto per la precedente delibera del Governatore Chiodi, al TAR e chiederemo ai responsabili della proposta di spiegarci i criteri che hanno portato a questa scelta di mantenere due guardie mediche nel raggio di 10 km penalizzando il mio comune, ed anche il territorio”.
Il sindaco di Celenza sul Trigno non ha quindi intenzione di arrendersi alle decisioni della Asl e della Regione: “Non ci fermeremo, ci rivolgeremo anche alla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo e chiederemo l’applicazione dell’articolo 32 della nostra Carta Costituzionale. Il provvedimento è la conseguenza diretta della disastrosa gestione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti che rischia di creare un grave danno alla tutela della salute dei cittadini rimasti senza servizi sanitari, soprattutto rischia di produrre un pericoloso vuoto di assistenza per le popolazioni coinvolte”.

n.l.

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