“Nessuna operazione di scaricabarile ma una semplice fotografia dell’amara realtà”. Risponde così l’Assessore regionale alle Politiche agricole, Mauro Febbo al sindacato dei Dirigenti regionali (Direre) che era intervenuto per contestare le sue dichiarazioni sui fondi per i Centri di ricerca e non solo.
Dati alla mano Febbo ha aggiunto “La variazione di bilancio del 18/12/2013 di oltre 7 milioni di euro sui capitoli del Personale l’ho ripresentata, con gli stessi capitoli, per un ammontare di 9 milioni di euro, in occasione dell’approvazione del Bilancio di previsione 2014. Il problema è sorto rispetto alla prima in quanto il dirigente, impegnato politicamente e amministratore locale del Pd, non ha provveduto a espletare i suoi compiti evitando di procedere al disimpegno. Quelle somme quindi sono andate in economia. L’infedeltà del dirigente si è concretizzata in entrambe le circostanze in quanto ha provveduto ad imputare spese maggiori sui capitoli del Personale per oltre 9 milioni di euro. Questo ha determinato enormi problemi di Bilancio con concrete e serie difficoltà rispetto a tutte le altre voci di spesa, compresa quella relativa ai Centri di ricerca”.
“Il disimpegno – ha detto ancora l’assessore regionale – è stato effettuato in data 23/12/2013, facendo seguito a quanto stabilito da una Delibera del 18/12/2013, e quando il Settore Bilancio ha chiesto la relativa certificazione, invece di adempiere al proprio obbligo il dirigente infedele ha preferito mettersi in aspettativa per preparare la prossima campagna elettorale in vista delle regionali.
Mi rivolgo quindi ai rappresentanti del sindacato Direre i quali dovrebbero evitare di arrampicarsi sugli specchi dato che qui non si sta facendo nessuno scaricabarile. Evitassero quindi di difendere posizioni indifendibili e anzi, esortassero caldamente i propri iscritti ad avere delle condotte che rispettino al massimo i ruoli e i contratti collettivi”.
Non poteva mancare una risposta anche agli attacchi del Pd a cominciare dai consiglieri regionali Camillo D’Alessandro e Claudio Ruffini. “Chiedo ai due solerti colleghi – dice Febbo -di spiegarmi e spiegare alla collettività, compreso le famiglie di tutti quei lavoratori da mesi senza stipendio, il comportamento del loro compagno di partito. Io, come già fatto in occasione del Consiglio regionale del 28/1/2014 (per questo possono procurarsi il deregistrato), ho denunciato i fatti a differenza loro che troppo spesso producono solo chiacchiere. Visto che sono anche loro degli abili Amministratori, mi spiegassero allora dove andremo a reperire i fondi sul Bilancio”.