Si è svolta questa mattina a Pescara, presso la Sala del Consiglio provinciale, l’Assemblea generale delle Province Abruzzesi, convocata dal Presidente dell’Unione Province Abruzzesi e della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, per fare il punto della situazione sulla riforma delle Province prevista dal Disegno di Legge Delrio. Erano presenti il Presidente Nazionale dell’Unione Province d’Italia, Antonio Saitta, il Direttore UPI Piero Antonelli, i Presidenti delle Province di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, dell’Aquila, Antonio Del Corvo, di Pescara, Guerino Testa, e di Teramo Valter Catarra, il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, Parlamentari abruzzesi, Assessori e Consiglieri delle quattro Province, Sindaci, sindacati e delegazioni di dipendenti degli Enti. A rappresentare l’Anci Abruzzo c’era Umberto Di Primio, Sindaco di Chieti.
L’incontro è stato aperto dal Presidente Di Giuseppantonio che ha confermato l’incostituzionalità del Ddl Delrio: “È ingiusta, è una legge spot per immolare sull’altare mediatico il ruolo di un Ente che da 150 anni svolge un ruolo fondamentale nella società italiana. Non vi sono elementi concreti che possano avvalorare la tesi che i Governi che si sono succeduti stanno portando avanti: nel computo delle spese generali della Pubblica Amministrazione in Abruzzo i costi delle quattro Province sono irrisori e irrilevanti, anzi sono state virtuose considerando le condizioni in cui hanno lavorato. Non disperdiamo le competenze e le professionalità acquisite negli anni dai dipendenti, che nonostante i tagli indiscriminati alle risorse finanziarie e umane riescono quotidianamente, seppur con grandi sacrifici, a garantire i servizi essenziali ai cittadini”.
“Il Ddl Delrio non è coerente con l’architettura costituzionale dello Stato – ha affermato il Direttore UPI, Piero Antonelli, nel corso della sua relazione tecnica – perché viola il principio autonomistico previsto dalla Costituzione, non risponde alla Carta delle Autonomie Locali e con determina nemmeno un risparmio di spesa. Da alcuni studi è stato definito confuso, incongruo, non rispondente ai tagli e foriero di aumento di spesa pubblica e portatore di caos istituzionale. Poi c’è il tema dei servizi: con riferimento all’Abruzzo, le Unioni di Comuni coprono solo il 15% del territorio. Se le funzioni saranno assegnate a queste la maggior parte dei cittadini sarà oggettivamente senza servizi”.
“Il tema delle Province è diventato l’emblema dell’incapacità del nostro Paese ad affrontare le riforme necessarie – ha esordito il Presidente UPI Saitta nel suo intervento – Quella prevista dal Ddl Delrio è una riforma insufficiente e banale, nulla è chiaro mentre la questione merita grande coerenza. Così si lascia il Paese in attesa, con una totale incertezza sui servizi. Un Ente intermedio serve, ma non lo dicono le Province, lo dice l’Europa. Si pensi che in alcune nazioni europee gli enti intermedi sono molti di più rispetto all’Italia e hanno competenze maggiori. E allora dobbiamo essere europeisti convinti, non possiamo esserlo a corrente alternata”.
“Non è affatto vero che i cittadini sono contro le Province – ha proseguito il Presidente UPI Saitta – bensì contro la classe dirigente nazionale. Si affronti il tema con una riforma organica del titolo V della Costituzione, è una questione di democrazia far partecipare al processo decisionale. Fermiamoci e troviamo un’intesa, la concertazione non è un pericolo”.
“A oggi non sappiamo il numero complessivo della pletora di società e enti strumentali che sono presenti nel nostro Paese – ha affermato il Presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa – Ogni giorno subiamo un furore incomprensibile di guerra contro di noi. I Governi sono in difficoltà sulle riforme vere e si accaniscono sulle Province. Non si svuotino le Province, dobbiamo essere in grado di garantire i servizi essenziali ai cittadini”.
Nessuno ci ha mai detto che fine faranno i servizi delle Province”, ha affermato il Presidente della Provincia dell’Aquila, Del Corvo, mentre mentre il Presidente della Provincia di Teramo Catarra ha confermato ” la ferma contrarietà alla riforma delle Province: tutto deve partire dal titolo V della Costituzione”.