Sulla paventata chiusura di alcuni presidi di Polizia abruzzesi, tra cui la sezione della Stradale di Vasto e il Posto di Polizia Ferroviaria di Vasto-San Salvo, ecco una nuova iniziativa parlamentare. Dopo l’interrogazione dell’onorevole Maria Amato (Pd) al ministro dell’Interno, dopo la risoluzione approvata ieri in Consiglio regionale, è stata la volta dell’onorevole Fabrizio Di Stefano (PdL-FI) presentare una nuova interrogazione a risposta scritta rivolta ad Angelino Alfano.
“La chiusura di diversi presidi di Polizia in Abruzzo è una decisione scellerata, visti i dati forniti dal Viminale sulla sicurezza – ha dichiarato il parlamentare casolano – che va contro il buon senso e favorisce solo la criminalità a discapito della sicurezza dei cittadini onesti” sono le parole dell’on. Fabrizio di Stefano che oggi ha presentato un’ Interrogazione parlamentare sulla chiusura e il riordino delle sedi della Polizia di Stato in Abruzzo.
“In quasi tutti i casi le sedi sono fornite gratuitamente dalle Ferrovie dello stato o dalle Poste Italiane che usufruiscono dei servizi in convezione, quindi non si capisce quali possano essere i benefici in termini economici. L’unico taglio a cui si pensa è la riduzione del personale, già di per se ridotto all’osso” sottolinea Di Stefano che poi ribadisce: “la riduzione dei servizi comporterebbe una minor sicurezza per il cittadino e che non sono da sottovalutare, in termini di entrate erariali, le perdite provenienti dalla lotta alla criminalità e i costi sociali indiretti”-.
“Pensare di chiudere i presidi di Polizia Postale che ci invidiano tutti i paesi europei per la lotta contra la pedofilia, lo stalking e i crimini via internet mi sembra paradossale e anacronistico” sottolineare ancora il deputato, che conclude: “Credo, in sostanza, che il riordino vada ripensato, che dei tagli si possano fare, ma non a discapito della sicurezza, dei cittadini e dei territori. Se poi a questi tagli non corrisponde neppure un analogo risparmio economico, allora credo che gli stessi siano assolutamente da ripensare”.
Ecco il testo dell’interrogazione: