È stato lo stesso Ivo Menna, a margine dell’incontro di ieri mattina sui lavori in via Osidia, a segnalare la delicata vicenda della signora Rosa: la donna, che vive con un figlio a carico con problemi psicofisici al primo piano di un immobile di proprietà del Seminario Arcivescovile di Chieti, nel 2005 è stata invitata dall’ente ad abbandonare l’abitazione dove vive dal 1978, “a fronte della constatata necessità di ristrutturare l’immobile”, richiesta a cui la donna non ha potuto dar seguito, non sapendo dove andare, considerata l’esiguità della propria pensione che non le permette di prendere un altro immobile in affitto a prezzi di mercato.
Così, a giugno del 2013, l’avvocato del Seminario Arcivescovile di Chieti, a seguito di un sopralluogo effettuato da un tecnico di fiducia dell’ente religioso che ha riscontrato “il crollo del tetto e accertata una situazione di grave pericolo per l’incolumità di quanti abitano l’immobile”, è tornato a “invitare e diffidare” la donna e suo figlio “a voler rilasciare immediatamente l’abitazione, entro previo contatto al fine di concordare le relative modalità”.
La signora Rosa si è anche recata presso gli uffici comunali per chiedere una casa popolare, avendo come risposta che non c’erano disponibilità e che il Comune – al limite – avrebbe potuto contribuire in parte al pagamento dell’affitto in un’altra abitazione, una soluzione a cui la donna comunque non riuscirebbe a far fronte.
Per Ivo Menna, però, una soluzione ci sarebbe: “L’amministrazione comunale deve accordarsi con gli enti religiosi per mettere mano a tutta una serie di immobili che sono all’abbandono. Ci si può accordare per un affitto, o in qualche altra forma, così da avere maggiori disponibilità di alloggi per tante persone bisognose e contestualmente risanare gli immobili fatiscenti”.
n.l.