Vastese: Bruno, Berardi, Cardone, Rossodivita (8’ s.t. D’Adamo), Triglione, Benedetti, Forte (8’ s.t. Miani), Avantaggiato (24’ s.t. Galiè), Torres, Soria, D’Antonio. A disposizione Cialdini, Fabrizio, Balzano, D’Alessandro. Allenatore Lemme
Torrese: Bruno (15’ p.t. Del Sordo), Meluso, Marziani, Di Sante, Ianpieri, Passamonti, De Santis (33’ s.t.’ Palitti), Capretta, Pigliaceli, Capparella, Aureli (25’ s.t.’ Sekkal). A disposizione Di Marco, Damiani, Celommi, Compagnoni. Allenatore Capitanio
Arbitro: De Crecchio di Pescara
Reti: 32’ p.t. Aureli, 3’ s.t. De Santis
Note: ammoniti: Rossodivita e Marziani
VASTO: C’era una volta la Vastese, una squadra in grado di disegnare pagine belle ed indimenticabili del calcio abruzzese. E c’era una volta anche uno stadio stracolmo di tifosi. Oggi, di tutto questo, non c’è più nulla. E non ci sarà più nulla ancora per diversi anni perché in città non sembrano esserci né idee né programmi. E, come aggravante, di soldi ce ne sono sempre di meno.
Restando all’attualità c’è da registrare un’altra sconfitta per la Vastese. Ed ancora una sconfitta casalinga, con l’Aragona diventato ormai terra di conquista per tante squadre di Eccellenza. Ad espugnare il vecchio stadio vastese è stata la Torres, con un gol per tempo: il primo al 32’ grazie ad un contropiede di Aureli, bravo a sfruttare una verticalizzazione di Bruno e a beffare l’estremo difensore biancorosso. Il secondo, ad inizio di ripresa, firmato da De Santis che, con un preciso diagonale, ha di fatto chiuso la partita. Alla fine la Torrese ha vinto meritatamente, giocando una gara attenta dall’inizio alla fine e sfruttando le occasioni avute nel corso di 90’.La Vastese? La solita squadra incocnlucdente, una sorta di armata brancaleone. Ha messo in campo tanta buona volontà, qualche individualità e niente più. Troppo poco per evitare l’ennesima sconfitta. Troppo insufficiente per non fare un’altra brutta figura davanti a quei pochi tifosi che ancora continuano ad essere presenti allo stadio. E chiaro da mesi, nonostante qualcuno pensasse addirittura di aver allestito una formazione in grado di vincere il campionato, che la Vastese è una squadra senza né capo e né coda, costruita male. Come era chiaro da mesi che le colpe di questa stagione disastrosa non erano certamente dell’ex allenatore Nicola Di Santo, che ha pagato con l’esonero responsabilità non sue. De resto, se con il cambio della guida tecnica ci fosse stata una inversione di tendenza dei risultati oggi la squadra biancorossa non accuserebbe l’enormità di 39 punti dalla capolista San Nicolò. Ma ad oggi la cosa che preoccupa di più è la totale assenza di programmi per il futuro: la società non esiste, o quasi, in città si registra un clima do totale smobilitazione. Nessuno sembra in grado di far rifunzionare il giocattolo. Insomma, di questo passo per rivedere all’Aragona il calcio che conta bisognerà aspettare tanti anni. Anzi, tantissimi anni.