A scorrere i numeri del Referto di Gestione 2012, per quanto concerne il nostro Comune, verrebbe voglia di invocare un Carlo Cottarelli anche per Vasto. Cottarelli, ormai noto ai più, è incaricato dal Governo di revisionare la spesa, di indicare dove tagliare gli sprechi, per favorire magari una ridistribuzione tra le varie voci. La nostra macchina amministrativa costa troppo, non risulta pienamente efficiente, c’è un divario abnorme, spropositato tra alcuni stipendi, per esempio dei Dirigenti, e quelli dei dipendenti di ruolo. Si comprendono i carichi di responsabilità, ma la differenza resta abissale. Si ha la sensazione che qualcuno guadagni molto più di ciò che merita e tanti altri, i più, vengano mantenuti a basso regime. Il top del top, direbbe Briatore in versione Crozza, risulta essere Alfonso Mercogliano che, nell’anno 2012, guidava l’urbanistica. Mercogliano batte tutti, anche la segretaria generale. 110 mila euro che, sommati ai contributi assistenziali e previdenziali, toccano i 150 mila euro. Già, perché alle cifre lorde bisogna aggiungere un 35% di oneri riflessi. Si dirà che il Dirigente riscuote meno, ma ciò che conta è il costo totale a carico dell’Ente. Può il Comune di Vasto permettersi un costo così alto?
Ci sarebbe qualcosa da dire anche sulle posizioni organizzative, poiché non tutti organizzano qualcosa o il lavoro di qualcuno. Un discorso a parte merita l’ufficio legale. È vero che i due legali impegnati, Zaccaria e Monteferrante, portano a casa lauti stipendi, però è anche vero, stando alle parole e ai numeri forniti dal Sindaco in una recente conferenza stampa, che il loro lavoro ha prodotto un considerevole risparmio per le casse comunali.
Se analizziamo il rendiconto finanziario, le voci di spesa per funzioni, vengono fuori alcune note dolenti. La prima è rappresentata dalla spesa castrante per “Territorio e Ambiente” che, tradotto, vuol dire soprattutto per la raccolta dei rifiuti, in grado di incidere per il 25% del bilancio. Un’enormità non più accettabile, con Pulchra e Civeta che prosciugano risorse impegnabili altrove. Può, un Comune che si dichiara a vocazione turistica, spendere soltanto 536 mila euro per il turismo? Alto il costo per amministrazione, gestione e controllo, restano da riequilibrare alcune voci. I soldi per il settore sociale, in un contesto economico così tragico, non sono mai troppi, mentre sull’istituzione pubblica andrebbe fatta una seria riflessione.
Con questi numeri è chiaro che, ogni qual volta il Governo centrale concede la discrezionalità ai Comuni di tassare, i Sindaci si posizionano al massimo dei coefficienti. È già accaduto e continuerà ad accadere. Se non si taglia la spesa, non è possibile ridistribuire. Se si continuano a pagare stipendi da nababbi, comprensivi di assegni “ad personam”, è impossibile non tassare i cittadini. Insomma, bisogna cambiare verso non solo all’Italia, ma anche al Comune di Vasto.
Davide D’Alessandro