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Socialisti e sinistre al PD: i nostri assessori non si toccano

sede_PDQuasi otto ore di confronto senza nessuna novità sostanziale: questo in breve il sunto del vertice di maggioranza tenuto ieri pomeriggio nella sede del Partito Democratico vastese per cercare di dare una svolta alla crisi amministrativa che si protrae dal 29 marzo scorso. Il primo cittadino Luciano Lapenna ha abbandonato l’incontro dopo pochi minuti rimettendo nelle mani dei partiti, almeno per ora, ogni decisione sulla Giunta, ma ancora una volta da piazza del Popolo si è levata una fumata nera. Secondo indiscrezioni sono soprattutto i socialisti e l’estrema sinistra ad aver puntato i piedi: i nostri assessori non si toccano, pare abbiano riaffermato, di fatto andando contro la decisione già maturata da Luciano Lapenna di chiedere le dimissioni degli assessori eventualmente candidati nelle liste per le regionali. Il primo cittadino ha incassato la fiducia del Pd e la disponibilità al cambio degli assessori in quota democratica, e qualcuno lancia già un’ipotesi Francesco Menna, ma ha trovato, così come la segreteria democratica, il muro di cemento eretto dalle sinistre.

La crisi insomma si allunga ingessando le attività dell’Amministrazione comunale impossibilitata anche a riunirsi nel Consiglio comunale. Infatti non è stato dato seguito alla ipotesi di una seduta dell’assise civica intorno al 14 aprile, per evitare il lungo stop del periodo pasquale, anche perchè  l’Art. 73 dello Statuto comunale recita, in merito alla revoca degli assessori, al comma 1 “L’atto con cui il Sindaco revoca uno o più Assessori deve essere motivato”; al comma 2 “Tale atto deve essere comunicato al Consiglio comunale nella prima seduta successiva, unitamente al nominativo del nuovo o dei nuovi Assessori”. Allo stato attuale delle cose, dunque, mancando di fatto la Giunta neanche il Consiglio comunale può espletare le proprie funzioni.

Insomma, il parto della ottava Giunta Lapenna sarà ancora più difficile di quello delle precedenti: resta l’enigma se si perseguirà la strada del rinnovamento totale oppure del ritorno alla Giunta appena azzerata, ma a determinate condizioni. Un braccio di ferro che potrebbe durare anche fino alle prossime elezioni regionali.

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