Si è svolto ieri pomeriggio a Palazzo d’Avalos il primo incontro del Partito della Rifondazione Comunista in vista dei prossimi appuntamenti elettorali; insieme ai vertici locali, provinciali e regionali del partito, sono intervenuti all’incontro il segretario nazionale Paolo Ferrero, e i candidati Eleonora Forenza (Europee) e Amanda De Menna, Graziella Marino e Andrea Rosario Natale (Regionali).
Ad introdurre gli interventi, il responsabile regionale del settore Lavoro, Carmine Tomeo, il quale ha tenuto a sottolineare la “scelta di coerenza” fatta dal partito che sostiene Maurizio Acerbo come candidato presidente alla Regione, “rispetto al nostro progetto politico e alla questione morale particolarmente attuale anche in Abruzzo”. Il riferimento, naturalmente, è stato alle vicende giudiziarie di D’Alfonso, il candidato presidente di quello che da Acerbo a Tomeo è stato definito il “centrosinistro”. “Dispiace per la scelta fatta da Sel – ha proseguito Tomeo – ma è stata una questione di tornaconto elettorale, visto che il quorum per rientrare in Consiglio si abbassa per i partiti all’interno delle coalizioni”.
Al centro dell’intervento di Tomeo soprattutto la questione lavoro, toccata anche dalla candidata alle regionali Graziella Marino, lavoratrice ex Golden Lady, che ha ripercorso la difficile storia della riconversione fallita: “Ci troviamo al termine degli ammortizzatori sociali, quando gli altri stanno iniziando adesso. Siamo stanchi, delusi e depressi. Il sistema lavoro, così come è stato organizzato, va radicalmente cambiato e noi siamo impegnati a fondo su questo tema”.
Particolarmente lieto della candidatura di Graziella Marino, il segretario nazionale, Paolo Ferrero, che l’aveva precedentemente incontrata durante una delle tante mobilitazioni delle lavoratrici ex Golden Lady: “Questo è il percorso che dovrebbero seguire tutti i cittadini, mentre oggi la gente è arrabbiata, ma si chiude in se stessa, aspettando l’uomo della provvidenza di turno. Invece, come ha fatto Graziella, bisogna impegnarsi per riprendere in mano collettivamente il nostro futuro”.
Inevitabile un passaggio sul difficile momento del mercato del lavoro: “Lo schema neoliberista ci vorrebbe convincere che maggiore flessibilità significa maggiore occupazione, ma i dati dicono altro. Negli ultimi trent’anni si è sempre tagliato, diritti, servizi, stipendi, il popolo si è impoverito, mentre i ricchi sono diventati sempre più ricchi. E l’attuale crisi non è altro che il frutto di questi meccanismi, perché i lavoratori si sono impoveriti al punto di non potersi più permettere i beni che producono, e naturalmente se non c’è chi compra, si possono tagliare diritti e costo del lavoro, ma l’economia non può riprendere a girare”.
Data questa situazione, per Ferrero occorre “rompere le scatole a tutti: non dobbiamo fargli passare più niente, ma per farlo occorre che venga reintrodotto un elemento di unità tra i lavoratori, per far tornare ad essere un problema politico quelli che oggi sono considerati invece tanti piccoli problemi individuali che vengono affrontati con atteggiamenti di carità, piuttosto che di risoluzione politica del problema”.
Per quanto riguarda l’ambito europeo, Ferrero ha ricordato che “il primo punto della nostra lista è quello per cui l’Unione Europea non può essere più solo un libero spazio dove possono circolare liberamente le merci, ma deve avere un’unità politica che assicuri un livello minimo dei diritti sotto il quale nessuno stato può andare, così come devono essere uguali per tutti le regole fiscali”.
n.l.