Assegnati i premi della terza edizione del premio “Medaglia dorata: una vita per la tradizione”, conferiti dal Centro di Antropologia Territoriale dell’Abruzzo per il Turismo (C.A.T.A.) dell’Università d’Annunzio, in collaborazione con la Cna di Chieti. I riconoscimenti, per il 2014, sono andati, ex aequo, al liutaio ortonese Salvatore Valentinetti e Adorino Graziani, suonatore tradizionale in Scafa. Il premio viene consegnato ad anziani che si sono distinti nella pratica, conservazione e insegnamento di una attività tradizionale materiale o immateriale. La cerimonia di consegna dei premi, cui prenderanno parte, in abito tradizionale, le associazioni “Camminando Insieme” e “Lu Ramajette” di Chieti, si terrà il 12 maggio prossimo, lunedì, nell’auditorium del Rettorato nuovo dell’Ateneo alle ore 10; saranno presenti il Rettore della d’Annunzio, i Sindaci di Chieti, Ortona e Scafa. Ad animare l’incontro, le esibizioni dell’orchestra giovanile della scuola Chiarini, diretta da Paolo Angelucci, dal corpo di ballo del liceo Coreutico Vico di Chieti (diretto da Luigi Linardi) e da Sebastian Giovannucci, giovane suonatore di organetto diatonico. La medaglia ricordo è opera dall’orafo Italo Lupo, presidente regionale della Cna Abruzzo, sarà consegnata ai vincitori dal direttore del CATA, Francesco Stoppa, e dal direttore della Cna di Chieti, Letizia Scastiglia.
Nella motivazione per l’assegnazione del premio a Valentinetti, nato nel 1927, si legge tra l’altro che «è una personalità di assoluto valore in quel mondo di eccellenze creative che è l’artigianato artistico. In più il fatto di costruire strumenti musicali, per i quali competenze tecniche e ingegno sono indissolubilmente legati, rafforzano l’aspetto di originalità del lavoro di una vita. È dalla sua biografia che si comprende la scelta di dedicarsi alla liuteria: egli ha infatti vissuto dai primi anni frequentando la musica, come violinista, e la bottega di ebanisti di una vera e propria dinastia di storici artigiani e artisti. L’omonimo nonno raffinato lavoratore del legno, il padre organista ed ebanista, lo portarono naturalmente a servire i due mondi che nell’arte liutaria s’incontrano. I suoi strumenti provengono originariamente da questa doppia vocazione, ma sono il frutto di anni di studio e di applicazione penetrando tutti i segreti di questa straordinaria tradizione italiana». Quanto a Graziani (classe 1934), la giuria afferma che «suonatore di “ddu botte” sin dall’infanzia, ha appreso la tecnica tradizionale per imitazione dagli anziani di Roccamontepiano. In seguito si è dedicato alla ricerca ed alla esecuzione di musiche tradizionali abruzzesi di balli e canti, ha sempre curato nel contempo la trasmissione del sapere tradizionale e delle tecniche alle nuove generazioni, evitando in particolar modo le spinte della corruzione da parte di mode e novità commerciali; è attualmente depositario di conoscenza di sicuro rilievo nel campo della musica tradizionale.