La settimana scorsa sono stati notificati 25 provvedimenti di avviso di conclusione delle indagini preliminari e richiesta di rinvio a giudizio emessi dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Chieti, la dottoressa Rosangela Di Stefano, nei confronti di 25 persone residenti per la maggior parte in provincia di Chieti, per reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla ricettazione, appropriazione indebita e falso documentale, relativamente al periodo tra il 2011 e il 2012.
Secondo l’accusa, le 25 persone falsificavano documenti di circolazione e certificati di proprietà, sottraendosi all’obbligo di riconsegna delle targhe al P.R.A. al fine di esportare illecitamente i veicoli con gravami amministrativi e penali verso paesi esteri, in particolare la Bulgaria, dove venivano anche riciclate decine di autovetture oggetto di truffa in danno di società finanziarie.
Per l’accusa l’organizzazione criminale aveva inoltre dato vita a un’attività dedita alle truffe di merce in genere, in particolare ai danni di vari commercianti dai quali, dietro lo schermo di apparenti solide società costituite al fine di ingenerare il falso convincimento della solvibilità e presentandosi con false generalità, si faceva consegnare ingenti quantitativi di svariata merce corrispondendo il prezzo di acquisto con assegni e ri.ba. che rimanevano insoluti per poi rivendere la stessa merce e chiudere le aziende prima che i creditori potessero intervenire legalmente.
Gli accusati, si erano dati una stabile organizzazione con la predisposizione di mezzi idonei, società commerciali e locali da adibire a sede sociale, con i magazzini che venivano utilizzati per lo stoccaggio della merce e il deposito temporaneo delle autovetture proventi di reato ubicati tra Lanciano, Ortona e Orsogna.
Le persone rinviate a giudizio sono: F.D.F. (anni 55) di Lanciano; R.D. (anni 65) di Orsogna; A.G.R. (anni 62) di Ortona; A.M. (anni 41) di Ortona; I.S. (anni 63) di Pescara; F.D. (anni 37) di Orsogna; L.D. (anni 35) di Lanciano; V.N. (anni 35) di Fara San Martino; A.T. (anni 57) di Isernia; A.F.P. (anni 49) di Casoli; N.D. (anni 36) di Montenero di Bisaccia (CB); A.P. (anni 67) di Macchiagodena (IS); M.G. (anni 41) di Termoli; L.V. (anni 47) di San Vito Chietino; V.G. (anni 49) di Ravenna; A.V. (anni 29) di Lanciano; M.C. (anni 46) di Lanciano; M.C. (anni 39) di Lanciano; K.D. (anni 39) di Ortona; A.C. (anni 76) di Macchiagodena (IS); H.N.K. (anni 41) Bulgaria; D.D. (anni 40) Bulgaria; I.K. (anni 40) Bulgaria; M.H. (anni 58) Slovacchia.
Nella vicenda sono coinvolti anche due autorivenditori frentani M.C. e M.C.
Le indagini sono durate più di un anno con intercettazioni telefoniche che hanno visto impegnati gli uomini della Squadra di P.G. della Stradale del Dr. Fabio Santone ed evidenziato come, attraverso la falsificazione dei documenti, le autovetture oggetto di truffe ai danni di società finanziarie oppure aventi gravami amministrativi e penali a carico, venivano trasportate con bisarche in Bulgaria e vendute in vari paesi dell’Est Europa.
La Polizia Stradale di Lanciano, durante le indagini, ha sequestrato in flagranza di reato veicoli all’atto di essere trasportati con le bisarche verso la Bulgaria, accompagnati da documenti falsi e ha recuperato, durante le perquisizioni domiciliari, centinaia di targhe occultate.
Inoltre, seguendo il flusso di denaro, la Polizia è intervenuta a Cervia (RA), Macchiagodena (IS) e Pettoranello (IS) sorprendendo, in flagranza di reato, alcuni soggetti dell’organizzazione mentre sotto falso nome, truffavano decine di aziende del Nord Italia. Nella fattispecie questi, utilizzando dei prestanomi, dopo aver rilevato società come la Edil Strade s.r.l. e il Grand Hotel Cervia s.r.l., cambiavano gli assetti societari e ragioni sociali, contattavano decine di aziende dalle quali acquistavano merce di tutti i generi per poi poter scomparire nell’anonimato da lì a pochi mesi.
Il pronto intervento della Polizia Giudiziaria ha permesso di scoprire un capannone a Cervia (RA) con all’interno centinaia di articoli commerciali oggetto di truffa che sono stati sequestrati e nel corso dei mesi restituiti agli aventi diritto. Identica procedura per un capannone scoperto a Pettoranello (IS).
Il profitto per l’organizzazione tra l’esportazione illecita dei veicoli e le truffe a danno delle aziende commerciali è stato quantificato in circa 500mila euro.