Come anticipato già ieri fa ancora discutere e non poco la vicenda del mancato pagamento degli stipendi al Cotir, il Centro di ricerca di località Zimarino, sulla quale in questi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori. Dopo l’approvazione della variazione al Bilancio 2013 da parte del Consiglio regionale il 9 maggio scorso, l’ultimo capitolo di questa storia dai contorni sempre più contorti è stato scritto il 17 luglio scorso quando si è tenuta l’assemblea dei soci del Centro. Al summit hanno preso parte la Regione Abruzzo, quale socio di maggioranza, rappresentata dal neo-assessore all’Agricoltura Dino Pepe accompagnato dai dirigenti del settore Bilancio Carmine Cipollone e Filomena Ibello e dal funzionario dell’avvocatura regionale Carlo Massacesi; la Provincia di Chieti nella persona dell’assessore a Bilancio e Finanza Angelo Argentieri; il Comune di Scerni, rappresentato dall’assessore alla Pianificazione e Sviluppo Territoriale Domenico Giuliani.
L’assemblea ha proceduto ad approvare il bilancio con una perdita di 350 mila euro. Toccherà ora al Consiglio di Amministrazione del Cotir provvedere a convocare un’assemblea straordinaria nella quale si dovrà chiarire come i soci hanno intenzione di ripianare tali perdite. Resta fermo un punto cruciale, che qualcuno artatamente omette di ricordare, ovvero che intanto la Regione Abruzzo ha chiesto al Cda del Centro l’approntamento di un piano industriale che possa consentire al Centro di continuare a camminare con le proprie forze e si paventa anche l’ipotesi di un ridimensionamento del personale.
Restano le perplessità circa l’atteggiamento attendista di D’Alfonso e C., inizialmente giustificato dalla possibile impugnazione della Legge regionale 33 approvata dal Consiglio in dicembre che stanziava i fondi anche per i Centri di ricerca abruzzesi tra cui proprio il Cotir. Una impugnazione che di fatto non è avvenuta: sic stantibus rebus la direzione regionale dell’Agricoltura potrebbe tranquillamente emanare una determina per svincolare i 330 mila euro circa messi a Bilancio pro Cotir e ridare fiato anche alle famiglie dei lavoratori, ma si sceglie di prendere del tempo a questo punto per motivi ignoti.
Su tutta la vicenda è tornato Daniele Carlucci, componente il CdA del Cotir che ha affermato: “La Regione se intende seriamente salvare il Cotir ricapitalizzi con la propria quota e approvi immediatamente la legge di riordino ferma in Commissione altrimenti sarà paralisi. Con stupore apprendo che in Abruzzo ci siano due velocità da parte della Regione: infatti dai quotidiani si legge che al massimo in quindici giorni alla Saga (società che gestisce l’aeroporto Liberi di Pescara, ndr) verranno erogati ben 6 milioni di euro mentre il Cotir deve ancora attendere”.
“Adesso che è calato il sipario sulla campagna elettorale e soprattutto sulla sceneggiata messa in atto da alcuni esponenti politici, che si sono affrettati a salire e protestare sul tetto del Cotir – insiste Carlucci – la Regione dica chiaramente come vuole risanare la situazione del Centro e, più urgentemente, come intende risolvere la situazione delle spettanze arretrate”.
“Adesso non è concepibile chiedere ancora ai dipendenti di avere pazienza – tuona il componente del Cda Cotir – poiché credo che loro hanno già dato prova di sacrificio e di fiducia continuando a portare avanti il proprio lavoro. Purtroppo devo anche registrare, con sommo rammarico, che la Regione chiede oggi un Piano industriale quando questo Cda negli ultimi anni ha lavorato al fine di salvare tutte le maestranze: vedasi tutti i progetti avviati con il PSR e la nuova legge di riordino dei centri di ricerca. Pertanto auspico che la Regione agisca immediatamente e il Cotir venga presa in dovuta considerazione al pari degli altri Enti regionali”.