Non si ferma la protesta dei dipendenti del Cotir, che ieri hanno simbolicamente occupato l’assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo ed avuto un confronto con la segreteria del titolare della delega Dino Pepe, assente. Si tratta solo del primo atto in vista del nuovo presidio in concomitanza dell’assemblea straordinaria convocata dal Cda del Centro per domani 31 luglio. Il 4 agosto, salvo casi eccezionali, nuovo trasferta a L’Aquila per presidiare anche il Consiglio regionale. Le 17 mensilità di arretrati pesano tanto sui lavoratori e i loro famigliari che in questi mesi hanno assistito al ripetersi di voci che parlavano di fondi stanziati per il Centro, soldi che, però, non sono mai arrivati nelle casse del Cotir.
Dopo il duro intervento di Daniele Carlucci, componente il Cda del Cotir, contro l’attendismo della Regione Abruzzo ecco che a parlare è l’ex assessore alle politiche agricole Mauro Febbo il quale afferma “La posizione assunta dal Governo regionale nei confronti del Cotir è paradossale e ingiustificabile, soprattutto alla luce degli atti già assunti da Giunta e Consiglio precedenti”.
“Mi appello – continua Febbo – al neo assessore Pepe affinché si attivi presso la propria Direzione al fine di preparare la Determina di attribuzione dei 330.000 euro già ratificati in Consiglio regionale da dicembre e non impugnata dal Governo. Inoltre chiedo che venga immediatamente valutata l’ipotesi del ripristino della L.59, approvata sempre in Consiglio, vista la sentenza che ha dichiarato il RIA incostituzionale. L’atteggiamento attendista dell’attuale Giunta regionale nei confronti dei Centri di ricerca è incomprensibile poiché si rischia la chiusura degli stessi se non vengano messe in campo le iniziative necessarie. I centri di ricerca possono continuare a vivere e lavorare dando attuazione alle iniziative già studiate come la nuova Legge regionale di unificazione dei Centri, altrimenti si dica chiaramente se bisogna cantare il de profundis della ricerca regionale. Pertanto invito il neo assessore e l’intero esecutivo regionale a prendere le decisioni necessarie a sbloccare le spettanze ai lavoratori e portare avanti la vita dei centri stessi”.