È stato un convegno con tanti personaggi illustri quello che ha segnato la fine della missione a Vasto di Goletta Verde e Legambiente. A Palazzo d’Avalos si è parlato di Green economy e tutela della costa e non si è potuto prescindere dalla questione Parco Nazionale della Costa teatina fin dal primo intervento introduttivo di Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente.
“È necessario chiudere il percorso istitutivo del Parco – ha detto Nicoletti – Lo stato attuale delle cose rischia di essere una patologia dal momento che ha superato il normale periodo di gestazione. La presenza di goletta verde serve a inquadrare il parco all’interno di una Regione che ha oltre il 50% del territorio tutelato. Il parco può dare una spinta nuova al sistema delle aree protette ed i cittadini devono vedere in esso una opportunità di crescita”.
Per il responsabile di Legambiente bisogna che questo territorio si sviluppi all’insegna della Green economy in primis con un’economia a basso consumo di energie fossili e, poi, un turismo che non consuma suolo e aggredisce il territorio e che preveda anche una pesca sostenibile.
Giuseppe De Marco, presidente di Legambiente Abruzzo, ha aggiunto “Vogliamo dare l’idea di un Abruzzo che discute di qualcosa di diverso dalla deriva petrolifera. Il Parco può rappresentare un baluardo verso l’egemonia della concessione economica, ma ha anche una dimensione sociale, culturale ed economica e può essere un valore aggiunto per il territorio”.
Sulla situazione di stallo attuale ha sottolineato come “ci troviamo in una situazione di scarsa credibilità in cui un trabocco (quello del Turchino, ndr) che cede rappresenta la nostra debolezza”.
Pragmatico l’intervento del sindaco di Vasto Luciano Lapenna che sulla questione Parco della Costa teatina ha messo la barra a dritta puntando diritto alla meta: “credo che da questo momento – ha detto – va avviato un confronto con la Regione Abruzzo e con il Governo nazionale sul problema della perimetrazione che fino ad oggi non si è voluta risolvere perché si era capito da tempo che l’istituzione regionale non aveva alcun interesse in tal senso”.
“Abbiamo avuto momenti di feroce scontro con la Regione – ha aggiunto – ma dopo che i Comuni avevano fatto la loro parte e si era giunti a una perimetrazione concordata ci siamo trovati calati dall’alto questa proposta di perimetrazione della Regione (il riferimento è alla perimetrazione a macchia di leopardo, ndr)”.
Lapenna, però, è andato anche oltre “se non ci sono le condizioni perché si arrivi a un percorso di perimetrazione condivisa con la Regione la strada del commissariamento è condizione indispensabile. La questione Parco della Costa teatina deve essere chiusa e bisogna chiuderla subito giungendo alla approvazione della perimetrazione anche commissariando i due comuni che hanno mantenuto una posizione contraria”.
Il primo cittadino di Vasto si è espresso anche sulla deriva petrolifera che torna a pendere come una spada di Dàmocle sul medio mare Adriatico: “la posizione ondivaga del Governo o di una parte di esso va in senso avverso alla nostra battaglia. In commissione Ambiente sembrava esserci una posizione univoca e contraria ad Ombrina e oggi ci ritroviamo in queste condizioni”.
A ribadire il proprio sostegno all’istituzione del Parco vi sono stati gli interventi anche delle organizzazioni professionali del settore agricolo a cominciare dalla Copagri, rappresentata dal vice-presidente vicario regionale Camillo D’Amico, e dalla Cia, attraverso le parole del vice-presidente-provinciale Giuseppe Torricella. Entrambi hanno ribadito che all’interno delle aree del Parco è possibile continuare le attività agricole e, anzi, hanno sottolineato come esso possa rappresentare non un blocco dovuto a vincoli che di fatto non esistono, ma un’opportunità da sfruttare appieno. Perplessità sono state espresse nei confronti delle imprese vitivinicole che a priori hanno assunto una posizione contraria.
Un distinguo è venuto da Coldiretti, che comunque ha sostenuto come “nella proposta di sviluppo del territorio il parco può essere un elemento positivo. Noi siamo convinti che l’agricoltura è indispensabile per superare la crisi e per questo diciamo più agricoltura nel parco”. L’organizzazione professionale ha lamentato il mancato coinvolgimento delle organizzazioni professionali in tutta la fase della costituzione dell’area protetta.
L’intervento più atteso era quello dell’assessore regionale ai Parchi Donato Di Matteo, che non ha disatteso le aspettative dei presenti: “C’è necessita di commissariamento per istituire al più presto il Parco della costa teatina e noi lo nomineremo individuando un professionista che abbia grandi capacità e non pretenda grandi somme”. Ed è questa la prima notizia: il parco sarà commissariato.
La seconda viene subito dopo, quando Di Matteo preannuncia l’ipotesi alla quale sta lavorando di superare la limitazione di Costa teatina per giungere a quella di ”Costa abruzzese”.
L’assessore regionale ha denunciato l’assenza di un progetto economico serio, ovvero di un piano di sviluppo economico e finanziario, evidenziando, poi, come “le nomine negli enti di gestione devono essere legate al territorio x mantenere i legami con lo stesso”. Inoltre “in Abruzzo non è mai stato approvato un piano operativo dei parchi. Uno dei primi atti deve essere proprio l’approvazione di un piano, ma anche di un regolamento”.
“Bisogna aprire un dialogo con le Amministrazioni locali – ha aggiunto – che devono essere supportate dalle istituzioni per adeguare e migliorare le strutture come quelle sportive e i servizi”.
Nel corso del suo intervento Di Matteo non ha risparmiato considerazioni ad effetto come quando ha detto “la Regione deve stare al fianco degli enti locali e delle organizzazioni professionali perché non si verifichi mai più che si faccia una perimetrazione non condivisa con gli altri attori del territorio. Promuoveremo un tavolo veloce per riperimetrare in maniera seria e adeguata il Parco con l’idea di andare ad allargarlo nel Parco dell’Adriatico”; ed ancora: “basta con le case sulla costa: questo sarà l’unico vincolo che vogliamo introdurre”; oppure “stiamo parlando di queste cose dal 2010 ed è davvero vergognoso”.
Sostenibilità ambientale, risparmio energetico, gestione dei rifiuti, ma anche aggiornamento nella proposta turistica, aggiornamento tecnologico, brandizzazione dell’offerta Abruzzo basata sul core business “natura” sono stati i cardini degli interventi di Luciano De Nardellis, presidente della DMC Oltre il mare e, soprattutto, Marcello Squicciarini, direttore del Polo di innovazione tecnologica sul turismo Innovatur.
Se Antonio Carrara, presidente dell’ente Parco nazionale d’Abruzzo e coordinatore di Federparchi Abruzzo, ha riportato le opportunità di un Parco tra tanti problemi, ma anche tanti successi, Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti ha sottolineato come “bisogna riunire tutti gli attori intorno a un tavolo eliminando tutti quegli interessi personalistici ed elettorali che fino ad ora hanno fatto solo del male. Il tempo perso non è colpa della Regione (una visione controcorrente rispetto a quasi tutte le posizioni espresse nella sala Pinacoteca di Palazzo d’Avalos), ma del fatto che non c’è univocità verso il Parco”.
Il neo-sindaco di Fossacesia ha ricordato come la Provincia stia andando avanti con l’altro importante progetto della Via Verde della Costa dei Trabocchi: “Credo che a settembre – ha detto Di Giuseppantonio – si possa procedere alla pubblicazione del bando. 40 km di pista ciclopedonale finanziati con fondi FAS che possono dare un contributo importante allo sviluppo di tutto il territorio”.
Infine, è toccato a Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, trarre la summa dell’intera mattinata tracciando la posizione del sodalizio ambientalista in merito ai principali nodi emersi dall’incontro vastese.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)