Sono state ritrovate ieri pomeriggio, nel corso di un’imponente battuta svoltasi in un’area boschiva ubicata nel Comune di Bucchianico le armi utilizzate dai quattro malviventi originari di Cerignola (FG) che, lo scorso 1° Settembre 2014, hanno rapinato l’ufficio postale di Rapino (CH) ingaggiando un conflitto a fuoco con una pattuglia dell’Arma. I Carabinieri del Comando Provinciale di Chieti, coadiuvati da personale di rinforzo dell’8° Reggimento Carabinieri Lazio, hanno concentrato le ricerche in un’area boschiva compresa tra i Comuni di Bucchianico e Casacanditella (CH) dove, presumibilmente, i quattro rapinatori, negli istanti successivi agli eventi, si erano nascosti dopo aver abbandonato l’autocarro Iveco per dileguarsi a piedi.
Le armi, un fucile d’assalto militare marca ZASTAVA M.70 (modello Kalashnikov), calibro 7,62×39 con due caricatori e relativo munizionamento, in dotazione alle forze armate della Ex Jugoslavia, una pistola revolver marca Smith & Wesson, modello 686, calibro 357 Magnum, con n.7 cartucce, ed un fucile automatico KFC calibro 12, sono state rinvenute in località Calcara del Comune di Bucchianico, a poche decine di metri dalla cappellina di San Camillo De Lellis, accuratamente nascoste tra la fitta vegetazione a ridosso del fiume Foro.
La localizzazione, la zona e le modalità con cui sono state occultate le armi fanno ragionevolmente ritenere che era ferma intenzione dei rapinatori tornare sul posto per recuperare le stesse qualora fossero riusciti a guadagnare la fuga e ad eludere la cinturazione dell’area attuata, dai Carabinieri, subito dopo la rapina. Gli arrestati saranno ora deferiti anche per il reato di ricettazione di armi.
Singolari e diversi tra loro sono i modi in cui la malavita può venire in possesso di armi così pericolose: il fucile mitragliatore ZASTAVA M.70 (modello Kalashnikov) è un fucile d’assalto militare usato dagli eserciti regolari della Ex Jugoslavia durante la guerra nei Balcani. Come tante altre armi in possesso della malavita italiana è probabilmente giunto nel nostro paese grazie al mercato nero sorto a seguito di questo conflitto che, oltre a creare un grosso stato di disordini in tutta l’area balcanica, ha mandato allo sbando la gestione degli stessi eserciti regolari suscitando l’interesse delle strutture criminali straniere, specie quelle dei paesi geograficamente più vicini come l’Italia, che ne hanno approfittato per impossessarsi delle loro armi; la pistola revolver marca Smith & Wesson è giunta nelle mani dei rapinatori dopo aver attraversato l’Italia, un dettaglio che lascia intendere come la malavita organizzata sia capace di trasferire, da un capo all’altro del paese, armi di provenienza illecita. Nonostante sia di un calibro piuttosto potente è risultata, infatti, provento di un furto in abitazione avvenuto nel bergamasco; il fucile automatico KFC calibro 12 è stato invece rapinato nelle campagne di Cerignola ad una coppia di cacciatori napoletani, particolare che evidenzia in modo significativo la provenienza degli stessi rapinatori.