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L’assessore regionale Lolli vuole il metanodotto e la centrale del gas nel vastese

StogitSono le parole di Giovanni Lolli, assessore regionale alle Attività Produttive, a riaprire la querelle sulla realizzazione di un sito di stoccaggio di gas nel vastese. Ieri, all’assemblea pubblica contro la realizzazione del metanodotto e la centrale gas che la Snam ha previsto di realizzare in Valle Peligna Lolli ha detto “La nostra è una posizione seria, che su tutti i tavoli abbiamo sempre motivato nel merito, e non una posizione attaccata ad un campanile. Una posizione chiara – ha aggiunto – che abbiamo sempre palesato in tutte le sedi e confronti istituzionali e politici. Così come ufficialmente abbiamo chiesto il rinvio della Conferenza di servizi del prossimo 30 settembre”.

Soprattutto, nel suo intervento il 64enne ex parlamentare aquilano, dinanzi a numerosi parlamentari eletti i Abruzzo, al presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, e all’assessore Mario Mazzocca, ha fatto il punto della situazione di una vicenda che va avanti da anni, aggiungendo che “la Conferenza di servizi del 30 settembre rischia di essere decisiva. Ma la Regione in quella sede è pronta a ribadire il suo diniego alla realizzazione della centrale gas a Sulmona e a chiedere ufficialmente a Snam di studiare un percorso alternativo sulla costa adriatica, come era in origine quando il progetto del metanodotto è nato. Non siamo affatto propensi a chiusure preconcette ma vogliamo che la Snam ragioni con noi se esistono alternative all’attuale tracciato”.

Il vicepresidente a Palazzo Silone ha anche spiegato che “il no della Regione Abruzzo in quella sede rischierebbe di bloccare la realizzazione dell’opera e il Governo sarebbe chiamato ad azioni di avocazione molto lunghe e laboriose. Ci troviamo, quindi di fronte ad un passaggio decisivo e proprio per questo ribadiamo la necessità di rinviare la Conferenza di servizi del 30 settembre”.

Insomma Lolli preme perché il metanodotto venga spostato sulla costa e la centrale del gas in altro sito e il più accreditato sembra proprio il territorio di Cupello.

Una eventualità che ha fatto balzare sulla sedia i responsabili locali di Rifondazione Comunista. Marilisa Spalatino in una nota annuncia battaglia.

“Le dichiarazioni dell’assessore regionale Lolli – scrive -riguardo ad una probabile installazione di una nuova centrale a gas a Cupello ( con la motivazione poco politica che “in altri luoghi” c’è da preservare un paesaggio e che a Cupello ci sarebbe già “un impianto del genere”) appaiono per la nostra piccola comunità poco rispettose.

Prendere queste decisioni senza nemmeno coinvolgere l’Amministrazione Comunale e la popolazione su cui insisterebbe il probabile impianto significa anche gestire la politica in maniera poco trasparente, per nulla democraticamente e con scarsa professionalità, dal momento in cui si paragona la centrale a gas ad un’attività di “stoccaggio” di gas che può funzionare autonomamente, senza alcuna necessità di ulteriori espansioni e che per lavorare in maniera costante ha già creato problemi alla popolazione, come quando si verificò l’episodio delle emissioni maleodoranti del novembre scorso”.

La Spalatino non piò evitare il ricorso a quanto già sostenuto in merito al sito di stoccaggio gestito dalla Stogit, verso il quale da tempo sono portate avanti iniziative e richieste. “Non si possono gestire questioni così rilevanti per un territorio in maniera totalmente privatistica –  aggiunge l’esponente di PRC – a maggior ragione se la Stogit, che gestisce lo stoccaggio di gas, non è ancora totalmente in regola.

Come segnalammo più volte negli anni passati, un’attività di stoccaggio gas è considerata “a rischio di incidente rilevante” e sottoposta a Direttiva Seveso: per tali motivi deve essere redatto il Piano d’Emergenza Generale. A tutt’oggi questo Piano manca, nonostante il nostro esposto alla Procura della Repubblica, partito dopo l’episodio delle emissioni anomale, l’anno scorso.

Crediamo che la politica debba interessarsi prima di tutto di metter in regola gli impianti esistenti e in secondo luogo ci si aspetta soprattutto da una giunta che si ritiene essere di Centro- Sinistra, una maggior apertura e coinvolgimento nei confronti dei cittadini”.

Infine, la Spalatino chiama all’appello anche l?Amminsitrazione comunale e i cittadini peligni perché si giunga  a un fronte comune. Infatti chiosa: “Nella speranza che l’Amministrazione Comunale alzi la voce sulla questione e che assieme all’opposizione riesca a rimanere compatta su una posizione fermamente contraria, ci appelliamo anche agli altri comitati regionali che hanno portato avanti il proprio diniego in questi anni e a tutte le associazioni ambientaliste, affinché Cupello, su cui grava ancora l’ombra dell’inceneritore non rimanga abbandonata a se stessa.

Speriamo che si possa creare con  le popolazioni della Valle Peligna un fronte unico, allontanando le minacce di un effetto Nimby che metterebbe cittadini perbene contro altri cittadini perbene. Siamo stati capaci di essere solidali su tante questioni, come per esempio sulla questione Ombrina Mare, ora che siamo attaccati dai capitalisti che depredano i nostri territori su più fronti, dobbiamo essere in grado di rimanere compatti, perché le idee se sono giuste valgono per tutti e sempre”.

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