Le perplessità del consigliere comunale e leader di Progetto per Vasto, Massimo Desiati, erano iniziate all’indomani della risposta ricevuta a seguito della richiesta di accesso agli atti, rispetto “all’elenco delle imprese, con e senza personalità giuridica, operanti nel territorio cittadino e la cui posizione risulta esse debitoria, nei confronti del Comune, relativamente alle imposte e tasse IMU, ICI, TARES, TOSAP ed Imposta sulla Pubblicità e le Pubbliche Affissioni”. Il segretario generale, infatti, aveva ritenuto di dover chiedere un parere a riguardo al presidente della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, una procedura ritenuta perlomeno eccessiva dal consigliere di opposizione.
Le perplessità, però, sono aumentante nel momento in cui lo stesso Desiati è venuto in possesso della nota inviata dal segretario generale del Comune di Vasto; nella nota, infatti, chiedendo lumi a riguardo, lo stesso segretario ha sostanzialmente rivelato alla Commissione quelle che rappresentano le “difficoltà” nell’ottemperare alla richiesta del consigliere di opposizione: “Al momento – affermano infatti senza possibilità di equivoco dalla Segreteria Generale del Comune di Vasto – non esiste, negli archivi comunali, un elenco di tal fatta”. Il Comune di Vasto, quindi, non ha nessuna lista o nessun registro debitori da mostrare o meno ai consiglieri che ne fanno richiesta.
Ma non è tutto: per ammissione della stessa Segreteria, non solo questo tipo di documentazione “non esiste”, ma il Comune di Vasto non può nemmeno permetterselo: “La realizzazione di tali elenchi – continua infatti la nota – comporterebbe un impegno di mezzi e personale tali da paralizzare, per un periodo di tempo non preventivabile, l’operato di diversi uffici comunali”. Insomma, se alla Commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri saltasse in mente di rispondere che è nel pieno diritto dei consiglieri comunali avere quel tipo di documentazione e che conseguentemente il Comune deve dotarsene, a Palazzo di Città scatterebbe il panico.
A questo punto, però, si aggiunge un altro problema, se possibile ancor più allarmante: come rilevato dallo stesso Desiati, se questa documentazione non è nella disponibilità dei consiglieri comunali, non lo è nemmeno in quella degli amministratori, che quindi non possono tenere sotto controllo i crediti che l’Ente vanta nei confronti delle imprese, almeno per tutto il periodo che il consigliere di opposizione avrebbe voluto monitorare, ovvero dal 2007 al 2013.
“Dopo 5 anni – ha ricordato Desiati – scatta la prescrizione e l’Ente non può più pretendere i pagamenti dovuti, quindi se il Comune di Vasto non ha sotto controllo i crediti che vanta nei confronti delle imprese come fa a sapere quanto e da chi deve avere?”.
A questo punto gli scenari immaginabili sono vari ed inquietanti, come le domande che comportano: dalla più semplice – che si è però dimostrata più complicata del previsto – ovvero “chi risulta in posizione debitoria e di quanto nei confronti del Comune di Vasto?” è facile passare alle più preoccupanti, come quella relativa alla possibilità di aver perso per strada crediti consistenti, fino a giungere alle peggiori, col sospetto dei più maligni per cui ci potrebbe essere qualche furbetto che con le dimenticanze dell’Ente ci marcia. Per fugare ogni dubbio (e anche per una semplice questione di trasparenza), al di là del parere della Commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, forse è il caso che il Comune di Vasto si doti di questa documentazione. Anche per rispetto dei normali cittadini, che quando non pagano una qualche tassa non corrono certamente il rischio di essere dimenticati.
n.l.
Il parere richiesto dalla Segreteria Generale
