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L’inverno s’avvicina e Desiati pungola Lapenna & C. sulla questione dehors

dehorsUn’estate già difficile per tanti motivi, non ultimo il maltempo che ha imperversato per giorni, ha da poco chiuso i battenti, anche se le Festività patronali, il prestigioso quadrangolare di volley ed il festival internazionale dei cori polifonici provano ad allungarla almeno dal punto di vista del cartellone degli eventi, e già montano le polemiche per quello che accadrà al centro storico nei prossimi mesi.

A farla da padrona sarà ancora una volta la questione dehors sulla quale da anni non si riesce ad attuare una politica reale. A sollevarla ci pensa Massimo Desiati con un articolato documento con il quale, crediamo, più che polemizzare prova a sollecitare l’Amministrazione comunale perché si giunga a una rapida attuazione di una politica globale per il centro.

Infatti secondo il leader di Progetto per Vasto “Sta per tornare il coprifuoco. Già subito dopo i giorni di San Michele, il Centro cittadino ha iniziato a riprendere il suo aspetto desolante. Tra poco, sarà possibile contare le poche persone che, in qualsivoglia ora della giornata, attraverseranno frettolosamente vie e piazze delle zone centrali. Lampioni i cui vetri non sono mai stati lavati, conducenti di auto e moto incuranti delle isole pedonali, esercenti commerciali sconfortati, bar vuoti. Già, i bar. Presidio di vitalità e luogo di socializzazione per una città che non riesce più a trovare luoghi di aggregazione. E torna all’evidenza, come ormai da qualche anno avviene, il refrain dei dehors, quei chioschi che, al loro esterno, accolgono, nella stagione autunnale ed invernale, chi, nelle ore libere, non volesse restare chiuso in casa a gironzolare su internet o, magari, fare acquisti on line.

L’Amministrazione comunale, nonostante decine di sollecitazioni e persino il voto all’unanimità di un Ordine del giorno in Consiglio comunale, non prende decisioni e neanche prova a cercar intese con la Soprintendenza per i Beni Architettonici, quest’ultima appare inamovibile nella sua decisione di impedirne l’installazione: queste strutture esterne, ancorché facilmente asportabili e presenti soltanto nel periodo invernale, contrastano con gli aspetti storico artistici e quindi non possono essere autorizzate. Una decisione  che non si fonda su criteri regolamentati, anche in virtù di proposte architettoniche compatibili con l’ambiente circostante ma sulla discrezionalità dei funzionari titolati al rilascio delle autorizzazioni.

Ci si chiede, quanto vale questa presa di posizione a fronte del depauperamento umano dei luoghi del Centro storico di Vasto? Quanto vale a fronte dell’incuria a cui sono lasciate strutture di pregio architettonico mai manutenute e coperte di erbacce? Quanto è più importante dar vita ai luoghi, anche a quelli del passato, a fronte dell’immagine di una cartolina museale in bianco e nero?

Vorremmo un Centro storico in cui il vociare della gente si sostituisca all’odioso rumore di marmitta della moto di qualche cretino che si sente autorizzato (in assenza, oltretutto, di qualsiasi controllo) a sfrecciare per le sue vie e per le piazze o in cui la presenza di concittadini dissuada qualche idiota a compiere atti di vandalismo sull’arredo urbano. Vorremmo una città dal cuore sempre pulsante ed invece, eccoci qui, nel delirio della noia ed il grigiume di piccoli burocrati intenti a giocare alla morra della celebrità politica”.

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