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Riversamento di liquami e putridumi nei torrenti del vastese, Leonzio presenta un esposto alla Procura

Paolo Leonzio
Paolo Leonzio

Torna ad alzare la voce Paolo Leonzio in qualità di Direttore dell’Associazione Onlus Ambiente Sport e Cultura. Stavolta lo fa presentando un esposto alla Procura del Tribunale di Vasto e al Comando della Compagnia dei Carabinieri di Ortona nel quale torna a chiedere l’intervento delle Autorità perché indaghino sulla natura e la responsabilità di alcuni scarichi maleodoranti, liquami  e sversamenti che interessano i corsi d’acqua del vastese, in particolar modo il territorio ricompreso tra Casalbordino e Villalfonsina.
ecco il testo dell’esposto:

“…su varie segnalazioni ricevute dai Volontari di questa Associazione e dell’Associazione ARCI-Caccia, nel corso di attività di verifica ambientale nei limiti di confine della regione Abruzzo, è stato possibile riscontrare situazioni di danno ambientale che qui di seguito si evidenziano.

I territori dei Comuni di Villalfonsina/Casalbordino sono attraversati dal Torrente “Acqua chiara”, corso d’acqua che sfocia nel mare Adriatico, in agro del Comune di Casalbordino Stazione. Nel suo percorso, il torrente è interessato dal riversamento di liquami e putridumi di vario genere, così come evidenziato dalla documentazione fotografica che qui si allega. Le immagini, da cui è facile constatare il color nero delle acque, per di più schiumose, sono state rilevate nel vallone di scorrimento del torrente, in un punto accessibile per il tramite di un camminamento che ha origine in area sottostante il Ponte autostradale A14 “Acqua chiara” o dalla strada comunale per Villalfonsina che nasce dalla sinistra della Statale 16 Nord, all’altezza di Località Casalbordino Lido. Le acque luride, in deflusso a cielo aperto, scaricano direttamente in mare.

Analoghe situazioni sono verificabili in altre parti del territorio regionale, laddove corsi d’acqua, privi di qualsivoglia attività di depurazione o filtrati da impianti mal funzionati, convogliano sostanze nocive, organiche ed inorganiche, nelle acque marine.

Sono questi alcuni casi, già riscontrati, nei territori di: Archi, acque luride immesse nel Fiume Sangro; Furci, acque luride immesse, per un doppio versante, nel Fiume Sinello (C/da Morella) e nel Fiume Treste (C/da Balla a la Treste); Roccaspinalveti, acque luride immesse, per un doppio versante, nel Fiume Sinello e nel Fiume Treste; Fresagrandinaria, acque luride immesse nel Torrente Annecchia, affluente del Fiume Trigno. Ma è opportuno sottolineare come siano ancora altre e molte le situazioni rilevate sull’intero territorio regionale.

Il problema ha residenza nell’assenza di impianti di depurazione delle acque fognarie, e non solo, in molti Comuni delle aree interne. I corsi d’acqua che fluisco a valle, così costantemente inquinati, hanno sempre termine sulle coste abruzzesi del mare Adriatico.

Il mancato intervento degli enti territoriali preposti rende indispensabile l’interessamento di codesta spettabile Procura e, per il caso del Torrente “Acque chiare”, di codesto Comando Compagnia Carabinieri, nella certezza della loro azione d’indagine.

Il sottoscritto dichiara di essere senz’altro disponibile ad essere ascoltato ed a produrre ulteriore documentazione fotografica di quanto qui rappresentato”.

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