È stata una manifestazione con tanti giornalisti, ma anche tanta politica quella che ieri ha affiancato l’ultima uscita in edicola dell’edizione Abruzzo-Molise dello storico quotidiano Il Tempo. Dopo 60 anni si sono spente le luci della redazione di piazza della Rinascita nel silenzio assordante proprio di quella politica che sta sempre più imbavagliando l’informazione nel nostro Paese.
Non sono mancati duri attacchi al Comitato di redazione che ha taciuto, non sono mancati duri attacchi al Governo nazionale e quello regionale anche da parte del presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, che, parlando di un preoccupante processo di ristrutturazione del mondo dell’informazione in Abruzzo ha puntato l’indice contro Luciano D’Alfonso che solo oggi ha pronunciato parole di solidarietà ai lavoratori del quotidiano.
Nel suo intervento Pallotta ha chiesto che si giunga a definire concorsi regolari, a fare una legge per il sostegno dell’editoria web e di riforma della distribuzione dei fondi per la comunicazione istituzionale, gestita secondo criteri clientelari”.
Al sit-in era presente anche l’onorevole Fabrizio di Stefano che sulla vicenda ha detto “E’ molto grave che si voglia cercare di zittire e ridimensionare l’informazione, soprattutto quando questa lavora bene per tutta la collettività. In questo caso la chiusura di una redazione storica come quella del Tempo in Abruzzo, è una pessima notizia”.
Nel tardo pomeriggio è stato Mario Olivieri, presente in piazza della Rinascita a rilasciare una nota nella quale scrive: “Ho partecipato alla manifestazione promossa dai giornalisti precari delle principali testate della regione per lanciare l’allarme sulla situazione del settore. Mi sono sentito in dovere di prendere parte a questa protesta perché credo sia compito delle istituzioni regionali farsi carico anche di un problema di questa portata. L’attività giornalistica, se esercitata in maniera professionale, diventa un mezzo di informazione culturale importante per la società che, con la chiusura dei giornali, vede minata la democrazia, la libertà dell’informazione e il suo diritto a ricevere una corretta trasmissione di notizie. Probabilmente anche le testate abruzzesi risentono della condizione economica che il nostro Paese sta attraversando, ma l’amministrazione regionale non può essere latitante di fronte ad un problema che non è solo di categoria ma che suscita apprensione nell’opinione pubblica. Per questo – ha detto il consigliere regionale di Abruzzo Civico al termine della manifestazione – l’amministrazione regionale deve adottare provvedimenti che ricalibrino il sistema della comunicazione alla luce delle nuove esigenze di informazione utilizzando le attuali professionalità della carta stampata. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che la chiusura e il ridimensionamento delle redazioni, genererà disoccupazione e sfruttamento, è chiaro che non si può restare a guardare”.