Mentre il mondo dell’impresa incomincia a intravvedere la luce in fondo al tunnel di una crisi iniziata nel 2009, per gli artigiani il clima resta da “profondo rosso”. Perfino in comparti come l’edilizia, dove la presenza del cantiere più grande d’Europa, come quello per la ricostruzione dell’Aquila, giustificherebbe altri risultati. La conferma arriva dallo studio, relativo all’andamento delle imprese nei primi nove mesi dell’anno, elaborato da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo su dati di Infocamere.
Tra gennaio e settembre del 2014, cifre alla mano, le imprese “non artigiane” hanno registrato un incremento di 1.181 unità, valore pari a due volte e mezzo quello dello stesso periodo dell’anno precedente (463). Al contrario, le micro imprese – ovvero il mondo dell’artigianato – hanno fatto segnare una flessione di ben 735 unità, segnando così il secondo peggior risultato degli ultimi dieci anni: una caduta, in percentuale, pari al 2,16%, valore più che doppio rispetto alla media italiana (-1,11%).
La geografia dell’anno orribile dell’artigianato regionale non conosce eccezioni, né per quanto riguarda i territori, né per quanto riguarda i settori. Così, mentre Chieti, L’Aquila e Teramo decrescono rispettivamente di 232, 191 e 183 unità, Pescara può “consolarsi” – se così si può dire – con un più lieve -129. Quanto invece ai diversi comparti produttivi, come illustra lo stesso Ronci, «le imprese artigiane hanno subito variazioni negative in tutte le attività economiche. La più consistente nelle costruzioni, con 451 unità in meno; seguono l’industria, con 153; i servizi, con 83; le riparazioni di auto e apparecchi per la casa, con 25; la ristorazione, con 11, e l’agricoltura con 7».
Proprio il dato del comparto delle costruzioni appare sconcertante: nell’Aquilano, infatti, ci concentra – dopo Teramo, con “-143” – la più imponente flessione di nuove imprese edili (-127) nonostante la presenza del cantiere della ricostruzione post-sisma, mentre la maglia nera nel comparto dei servizi, sempre tra le imprese artigiane, spetta al Chietino con -64. Negativi tutti gli indicatori regionali del manifatturiero: cadute pesanti si registrano nei prodotti in metallo (-61) nell’industria del legno (-24). Dai servizi, invece, arrivano segnali più contraddittori: perché se è vero che trasporto terrestre (-59), servizi per la persona (-32) e riparazioni di auto e prodotti per la casa (-28) vanno decisamente a picco, meglio se la cava l’attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese, che fanno segnare 27 imprese in più.