Proprio in queste ore si sta manifestando a Pescara contro lo Sblocca Italia, ribattezzato dal M5S lo Sfascia Italia, dopo le accuse lanciate in questi giorni circa il comportamento dei parlamentari abruzzesi rei di aver espresso un voto favorevole al decreto che faciliterebbe le trivellazioni in Abruzzo, sia sul versante interno che su quello marino.
E non solo, i grillini hanno espresso il loro dissenso sul comportamento delle testate giornalistiche colpevoli di aver assecondato quella che hanno definito “una appropriazione” da parte del Governatore Luciano D’Alfonso ”dell’iniziativa di fare ricorso alla Corte costituzionale contro lo sbloccaItalia“. ”I media sono consapevoli della “paternità” della proposta – hanno aggiunto – poiché il Movimento Cinque Stelle Abruzzo ha inviato numerosi comunicati, convocato conferenze stampa a cui sono seguiti alcuni articoli sul web. Ma i quotidiani locali preferiscono far finta di nulla ed attribuire al Gran Presidente qualcosa che non ha fatto”.
Un affondo ancor più duro quello del capogruppo in Regione Sara Marcozzi: “Negli articoli degli ultimi giorni il M5S non è mai citato se non per il gossip o l’organizzazione della manifestazione del 9 novembre (ma non è il nostro caso, ndr) a Pescara”. “La tendenza – dice ancora la Marcozzi – è quella di citare il Movimento esclusivamente per evidenziare la protesta è mai la proposta. Invece, carte alla mano, è proprio la proposta costruttiva che contraddistingue l’azione politica del Movimento Cinque Stelle in Regione”
“Il PD – questo l’affondo ai parlamentari abruzzesi – sta distruggendo il Paese e l’Abruzzo, a partire da Roma ma con la connivenza di tutti i parlamentari abruzzesi, M.Amato, G.Fusilli, G.C Sottanelli, P.Tancredi, A.Castricone, V.D’Incecco, T.Ginobile e Y.Gutgeld, Pezzopane, Pelino e Razzi, si continua a farlo. Nascondendosi dietro un dito facendo passare il messaggio che è lo stesso PD locale a difendere il territorio. Tutti salvatori del territorio tranne quelli eletti nelle fila del M5S, che invece a conti fatti sono gli unici ad opporsi allo “Scempio Italia” in Parlamento, in Regione e nei comuni”.
Una risposta alle accuse arriva da Stefania Pezzopane, uno di quei parlamentari chiamati in causa dal M5S, anche lei sulla via dell’assecondare la posizione del presidente della Regione Abruzzo. “Concordo pienamente con la decisione del presidente della regione D’Alfonso di tener alta la guardia sulla questione delle trivelle in Abruzzo – scrive la Pezzopane – ed eventualmente di presentare ricorso alla Corte Costituzionale, assieme ad altre regioni, se non interverranno novità positive sulle procedure di autorizzazione alla ricerca ed estrazione di idrocarburi. La deriva petrolifera in Adriatico e in Abruzzo va arginata, anche se va ricordato che lo Sblocca Italia non autorizza direttamente le perforazioni, ma centralizza il potere, così come avviene in altri paesi d’Europa, delle autorizzazioni. Si accentrano i poteri, ma ogni intervento sarà valutato nel merito e l’Abruzzo deve far valere come importante la sua scelta ambientale e la volontà di istituire il Parco della Costa Teatina”.
“Il voto dei parlamentari del PD – spiega l’ex presidente della Provincia de L’Aquila – prima alla Camera e poi al Senato, di fronte alla fiducia del governo sul provvedimento aveva valide motivazioni. Cosi’ come era molto motivato il mio voto – chiarisce- perché il provvedimento stanzia ben 250 milioni di euro ancora per il 2014 per la ricostruzione dell’Aquila e dei territori colpiti. Un impegno troppo importante, un obiettivo raggiunto per il quale ho molto lavorato e che sarà utilissimo per l’Abruzzo. La ricostruzione dei nostri territori per me è una priorità e quando prendo un impegno, lo mantengo. Anche sulla questione delle trivellazioni in Abruzzo ho preso un impegno, manifestando la mia contrarietà”.
La Pezzopane ricorda l’Odg presentato in Senato come primo firmatario dal capogruppo del Pd in Commissione Ambiente Massimo Caleo, “con il quale chiediamo al governo un nuovo e ulteriore impegno per lo sviluppo sostenibile del nostro mare. L’OdG, votato all’unanimità nelle commissioni Lavori Pubblici e Ambiente di Palazzo Madama, impegna il governo a rivalutare il complesso delle autorizzazioni per le trivellazioni in mare. In particolare si chiede la sospensione delle attività di coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque territoriali entro le 12 miglia marine fino al recepimento della direttiva europea sulla sicurezza in mare, di prevedere in maniera chiara il parere degli enti locali sulle installazioni da assoggettare a Valutazione dell’Impatto Ambientale e di rafforzare le attività di controllo e monitoraggio sull’inquinamento”.
L. S.