“Nella mia qualità di presidente della Fondazione Il Cireneo Onlus per l’autismo, poiché chiamata in causa su diversi articoli circa il caso del ragazzo autistico di Lanciano, mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni”. Così Germana Sorge entra nel botta e risposta tra l’avvocato Angela Pennetta e Francesco Menna, della segreteria di Paolucci, assessore alla Programmazione sanitaria.
“La situazione dell’autismo purtroppo – sottolinea il presidente della onlus – ancora oggi è sottostimata anche nella Regione Abruzzo, nonostante l’impegno della sottoscritta da 18 anni per la tutela delle persone con autismo e delle loro famiglie e da 14 nelle attività volte a dare delle risposte.
L’Assessorato alla Sanità, e quindi anche il dott. Francesco Menna, sanno benissimo che il fabbisogno della 52/2012 è sottostimato, tanto che il Cireneo ha prodotto da mesi una istanza ed una diffida circa l’errore dei 160 posti che in realtà sono il fabbisogno minimo regionale rivolto ai soli bambini e ragazzi in età evolutiva. La stima del Ministero della Salute, pubblicata anche sulle Linee guida nazionali dello stesso Ministero, sono di un bambino ogni 100 nati, quindi la Regione Abruzzo ha completamento omesso o dimenticato gli adulti. Tale dato è stato anche confermato delle varie Asl territoriali e dal Nucleo Operativo di Controllo e Appropriatezza delle prestazioni.
Per onestà vorrei ancora precisare che le “poche strutture” a cui il dott. Menna si riferisce sono quelle che io stessa ho suggerito ed inviato presso la Sua mail per fare qualche nome nell’immediato ma, in Italia, sono molte di più che però hanno provveduto a blindare l’accesso della mobilità passiva per dare priorità ai propri cittadini affetti da autismo.
Mi corre l’obbligo altresì precisare, che la Regione Abruzzo, così come le altre regioni, hanno sottoscritto un Accordo Stato Regione sui servizi necessari alle persone con autismo in Italia, siglando quindi una Legge attiva già dal 2013 sulle risposte “life span”, ciò tutto l’arco della vita.
Cambio abito e doverosamente da madre e persona attiva per la difesa di quanti vivono quella che è definita una delle patologie più gravi la cui eziologia è ancora sconosciuta, e quindi priva di cura propriamente detta, ma ben articolata e supportata da letteratura scientifica sul percorso di riabilitazione e delle relative necessità, chiedo di abbandonare la demagogia legislativa, ed adottare, come previsto in tutte le situazioni, una formula chiamata di urgenza. Pertanto rivolgo appello, sostenuta ed accompagnata dalle decine di famiglie che con me manifestano il loro disappunto, al Presidente della Regione e Commissario ad acta Dott. D’Alfonso Luciano ed al Prefetto di Chieti, affinché adoperino gli strumenti di urgenza necessari in questi casi attraverso Decreti ad hoc che i rispettivi ruoli Istituzionali consentono.
Noi genitori ed i nostri figli con noi, aspettano solo risposte al problema interrompendo così questa catena di sofferenza, indifferenza e migrazione con tutte le dovute conseguenze economiche, sociali e di ulteriori traumi causate da un distacco così violento”.