Gentile Direttore, in merito all’articolo apparso sulla testata giornalistica da Lei diretta in data sabato 15 novembre 2014 dal titolo “Il pasticcio delle cinque promozioni” e in data lunedì 17 novembre 2014 dal titolo “ Portavoce, bocciato l’aumento dello stipendio” sono a rettificare, ai sensi e per gli effetti della legge n.47 del 1948 (art. 8) e della legge n. 69 del 1963 (art. 2), quanto da Lei erroneamente affermato e divulgato e preciso che nessuna richiesta è stata fatta da parte del portavoce per un aumento del compenso alla Pubblica Amministrazione cittadina né tanto meno alcuna proposta in tal senso è stata formulata nei miei confronti dalla stessa Pubblica Amministrazione. Infatti, nessuna delibera, tanto meno nessuna proposta di delibera, così come nessun atto ufficiale, è stato presentato da nessuna delle parti in oggetto circa un aumento del mio compenso. Pertanto, ciò che Lei afferma e scrive non corrisponde al vero, la invito, quindi, a voler rettificare quanto pubblicato entro le prossime 24 ore pubblicando per intero quanto sopra, in caso di Sua inadempienza provvederò a segnalare il fatto al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo. Cordialità.
Christian Lalla
Portavoce Sindaco Città del Vasto
Non sappiamo quanta conoscenza ed esperienza di giornalismo abbia il portavoce del sindaco, ma vorremmo ricordargli, sommessamente, che una smentita è sempre una notizia data due volte. Se lui è contento di darla due volte, non siamo certo noi a sottrarci. La verità vera, come possono testimoniare alcuni assessori, è che il Sindaco ha chiesto il consenso agli assessori per aumentare il mensile del portavoce da 1000 a 1200 euro, ma non ha trovato la condivisione. Non avendola trovata, non ha ovviamente prodotto alcun documento, alcuna delibera. Il portavoce dovrebbe chiedersi da dove è uscita la notizia, non la voce. Un giornalista, quando riceve una notizia, non una chiacchiera da bar, da chi è parte attiva dell’Amministrazione, la pubblica. Se il portavoce chiede all’Ordine, l’Ordine confermerà. Le minacce spaventano i ragazzini di primo pelo. Noi siamo abituati a ben altro. Veniamo da molto lontano.