“Una discussione confusa, irritante,(…), politicista, che dimostra quanta sia poco ascoltata la voce dei tanti cittadini che da diversi anni ha fatto rilevare lo stato di degrado, di incuria, di scarsa attenzione alla cultura e alla memoria del nostro paese. Di quanta indifferenza le istituzioni pubbliche e i consiglieri comunali hanno mostrato nel passato e ora mostrano verso il patrimonio pubblico; di una struttura donata ai bimbi della città da un benefattore come Carlo Della Penna.”: questo il commento di Ivo Menna, peraltro assente nell’Aula consiliare ieri, a margine della decisione dell’assise civica di rigettare la mozione sull’Asilo Carlo Della Penna presentata dall’opposizione.
Nei giorni scorsi lo stesso Menna aveva avanzato l’ipotesi di trasferire nei locali dell’Istituto opportunamente ristrutturati il distaccamento della Facoltà di Scienze infermieristiche della D’Annunzio attualmente nei pressi dell’ospedale S. Pio “dopo lo sfratto da questo subito dagli attuali proprietari dei locali e dopo aver corrisposto dalla ASL da 22 anni affitti per complessivi 600 mila euro. Quante sedi si potevano realizzare con questi soldi? La parola tanto usata “spending review” revisione della spesa, o meglio risparmio è stata solo una parola. La revisione i manager ASL la facevano per tagliare posti letto, chiudere gli ospedali più piccoli, consentire ai primari di trasferire i clienti nei loro studi privati, aumentare i ticket della povera gente, e lunghe file di attesa che colpiscono la povera gente. L’obiezione dell’on. Amato che mi ricorda che Il Dipartimento appartiene alla Università nulla toglie alle responsabilità delle amministrazioni e dei politici inadeguati che circondano i palazzi del potere. Che significa questa obiezione? Che non si poteva fare un accordo tra enti pubblici per destinare il vecchio asilo a Scienze infermieristiche?”
Tornando a ieri, per Menna “quello che sbalordisce del dibattito del consiglio comunale è la deriva scivolosa che avanza circa il destino futuro di questa opera di beneficenza. Dietro le discussioni fumose circa il destino dell’Asilo si cela in effetti, secondo la mia idea, una scelta che andrà non nella direzione di ricorrere ad un mutuo per finalizzarlo a fini sociali, culturali della città; ma si ricorrerà certamente ad una parola che nasconde gli interessi di qualche privato: “partenariato”. Altre volte abbiamo visto usare questa parola in questi 25 anni di politiche privatistiche. E vedremo come questa struttura farà la fine dell’ex O.N.M.I.(Opera Nazionale Maternità e Infanzia). Prima opera sociale della metà degli anni venti, ma che a Vasto divenne sede dei vigili urbani negli anni del centro destra e poi l’area su cui sorgeva venne venduta alla speculazione edilizia per pochi spiccioli al gruppo Strever. Quali vantaggi ha avuto il Comune? Ha incassato circa 1 milione di euro per sperperarli nei divertimenti e sollazzi estivi”.
In un’ultima analisi per l’ex candidato sindaco “dietro questa parola” si celerebbe “la vendita ad un privato o a un gruppo finanziario nei cui assetti interni si trova un ceto borghese camuffato da sinistra, ma molto interessata agli affari. Con il partenariato si parte in un modo e poi si finisce come il Parcheggio multipiano dove si consentono antenne, impianti fotovoltaici, ristoranti, pub, bar. E’ questo il rispetto che si deve alla volontà del donatore Carlo Della Penna? A cosa serve donare un bene per finalità educative e sociali se poi ne viene snaturata la essenza? Nessun partenariato, Nessuna alienazione, nessuna svendita, nessuna cartolarizzazione. Questo è il principio politico che ci distingua dalle altre componenti politiche che si piegano agli interessi delle lobbies, e dei gruppi privati”.
Considerazioni che cozzano con quanto espresso ieri in Aula dalla maggioranza (leggi qui), il tutto in attesa di conoscere il parere del neonato Comitato per l’ex Asilo Carlo Della Penna, di cui uno dei promotori, Carlo Centorami, presidente dell’Associazione Vasto Libera, ha assistito al dibattito consiliare.