È stata inaugurata ieri sera, nelle sale di Palazzo d’Avalos, l’attesa mostra “La Memoria e il Volto – Vittoria Colonna e Michelangelo”, una mostra, come ha sottolineato il presidente del Lions Club Adriatica Vittoria Colonna, Carmine Di Risio, che cade nel 25.esimo del club “una piacevole coincidenza per la quale terremo il nostro labaro nella mostra per tutta la sua durata.
È stato il sindaco di Vasto Luciano Lapenna ad introdurre l’evento definendolo “ un momento molto importante per la nostra città, il nostro territorio e la nostra regione”.
“Qualche anno fa – ha aggiunto il primo cittadino – con i responsabili dei musei civici e il prof. Claudio Crescentini, sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni culturali, avviammo un percorso che ci porta oggi a inaugurare una mostra dedicata a Vittoria Colonna e Michelangelo. Le firme, il catalogo, le presenze danno lustro all’iniziativa e omaggiano il lavoro fatto oltre a confermare la validità della iniziativa che parte da Vasto e valicherà i confini regionali.
Abbiamo voluto ospitare questa mostra in questo palazzo in cui c’è il DNA della storia di questo territorio, le tracce di una grande donna ed artista. La mostra vuole ricordare la memoria e il volto di Michelangelo partendo da Vasto che rappresenta il nodo fondamentale della storia di Vittoria Colonna conosciuta nel mondo anche grazie ai poeti come l’Ariosto”.
“L’augurio è che altre sale in Italia possano esporre queste opere e che la mia città affluisca di più in queste sale. Mi dispiace – ha sottolineato ha sottolineato ancora Lapenna – che manchino alcuni consiglieri comunali e altri politici, ma mi auguro che a vedere queste opere siano soprattutto gli alunni delle nostre scuole per quella che è una delle manifestazioni meglio riuscite della nostra regione”.
A seguire il breve saluto di Silvio Paolucci, assessore regionale alla Programmazione sanitaria, che ha parlato dell’opera di Michelangelo e Vittoria Colonna in termini ci “ricerca della bellezza” prendendo, a nome del governatore Luciano D’Alfonso, l’impegno di “affiancare questo percorso che oggi parte da Vasto”.
Concetto, quello della bellezza ripreso anche dal sindaco di Torino di Sangro nonché consigliere provinciale, Silvana Priori, che ha sottolineato quanto sia “fondamentale, in questo momento, rilevarne l’importanza” insieme a quella della cultura.
Il soprintendente Lucia Arbace ha introdotto nel pratico l’evento chiarendo che “la mostra è di materiale grafico, incisioni e stampe, che danno il sunto di quanto Michelangelo e Vittoria Colonna siano stati importanti da sollecitare anche l’attenzione di incisori e stampatori in un momento in cui era anche impegnativo realizzare certe opere visto che non esistevano le moderne tecnologie”.
La Arbace ha parlato di “due poli attraverso immagini che testimoniano la loro popolarità”. Grande amante dei Borbone e dei d’Avalos, il soprintendente ha ricordato come in questi anni siano stati riportati al proprio splendore la specchiera, che rappresenta una vera opera d’arte, le Selle esposte nella sala orientale del Palazzo, ma anche particolari minori con i quali si sta preparando anche un importante quaderno di Soprintendenza che dovrebbe essere presentato a Vasto in gennaio magari con una esposizione dei disegni che rappresentano i principali protagonisti di casa d’Avalos.
Claudio Crescentini, curatore della mostra, ha anticipato che la mostra verrà portata a Roma in marzo e a giungo in quella che oggi si chiama Caprese Michelangelo (Ar) e più avanti a Viterbo e, magari, nel 2016 a Ischia.
“Il catalogo della mostra, ha detto Crescentini, rispecchia i luoghi in cui Vittoria Colonna e Michelangelo sono vissuti. La mostra è composta di 40 opere, ne mancano due, per motivi di conservazione, che saranno presenti a Roma ed è nata dall’idea di ricostruire la loro storia attraverso i loro volti. Ed è importante rilevare come se per gli artisti più noti esiste una iconografia classica che tutti conosciamo per Vittoria Colonna non è così”.
Evidenziando come le incisioni cambiano in tematiche, profondità, forza e tipologia a seconda del Paese di provenienza e dell’epoca di produzione, Crescentini ha parlato di alcune rappresentazioni della Colonna vista come una eroina risorgimentale o come una campagnola. “In un dipinto – ha detto ancora il curatore della mostra – è riprodotta con una veste bellissima, coi lunghi capelli biondi e una corona d’alloro in testa come una poetessa”. Un omaggio alla sua poesia e alla sua arte che ha avuto una riscoperta tra la fine del ‘700 e tutto l’800.
L’intervento di chiusura è stato demandato a Marcello Ciccuto, ritenuto uno dei più importanti studiosi al mondo di letteratura umanistica, il quale ha voluto partire dall’analisi di un dipinto di un pittore francese che riproduce la morte di Vittoria Colonna e l’omaggio che le rende Michelangelo. Un dipinto che “rappresenta il passaggio dal tempo all’eternità che è un valore ben presente nelle opere di Vittoria Colonna, come la possibilità di arrivare all’universale, alla percezione dell’assoluto attraverso la macerazione umana, il dolore, la rinuncia ovvero il rivissuto di Gesù”.
“Michelangelo – ha aggiunto Ciccuto – omaggiava Vittoria Colonna delle sue opere in segno di deferenza perché ella nelle sue era in grado di trasmettere i valori dell’esercizio del dolore e dell’amore” ed era “una modella virtuale ed esistenziale” tant’è che anche i grandi letterati del tempo la omaggiavano: basti pensare all’Ariosto che la definiva come “Novella Artemisia”. Vittoria Colonna è stata “la donna perfetta in tanti dipinti”, come la Musa Calliope dipinta da Raffaello, e, con uno sforzo anche coraggioso, qualcuno ha ipotizzato che Michelangelo abbia usato la figura di Vittoria Colonna per la Vergine nel Giudizio universale.
I disegni che Buonarroti dona a Vittoria Colonna “rappresentano la corporalità, l’uomo che si fa divino e riscatta la sua umanità”. Michelangelo dipinse un quadro in cui Gesù tocca il seno della Maddalena a simboleggiare il passaggio dell’alito divino all’essere umano, ma il destinatario di quell’opera era proprio Vittoria Colonna perché quel dipinto rappresenterebbe lo scambio di spiritualità tra Michelangelo e la Colonna stessa, che spesso viene raffigurata proprio coma la Maddalena, ovvero come “colei che aveva saputo riscattarsi”. Nell’ottica michelangiolesca Vittoria Colonna era stata in grado di raggiungere il divino mentre il maestro no.
Luigi Spadaccini
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