È stato un incontro molto interessante quello che Umberto Braccili ha tenuto nella sede dell’associazione Nuova Alba in via S. Lucia a Vasto. L’evento organizzato dal sodalizio presieduto dall’avv. Angela Pennetta è stato incentrato sulla presentazione dell’ultimo lavoro editoriale del giornalista di Rai3 intitolato “Lo dico al TG” che prende spunto dalla trasmissione che da qualche anno raccogli i disagi e gli sprechi che si consumano in Abruzzo.
Giunto alla 51.ma presentazione, il volume raccoglie 150 storie tra quelle trattate nel programma dal 2007 in poi prendendo spunto dalle segnalazioni e dagli sfoghi dei cittadini raccolti, i cui proventi delle vendite finiranno in parte a finanziare un progetto della più piccola associazione di volontariato d’Abruzzo, Abilbyte, composta da due ragazzi con difficoltà motorie e un normodotato, per l’acquisto di un costoso puntatore oculare che sarà messo a disposizione delle famiglie, per essere testato, prima dell’acquisto.
Nel presentare l’incontro la Pennetta ha subito posto l’accento sulla necessità di una “rivoluzione culturale endemica”, prima di ringraziare il consigliere regionale Pietro Smargiassi, presente all’evento, per l’impegno in Regione Abruzzo in favore della soluzione del caso del giovane vastese affetto da una grave forma di autismo.
Il presidente di Nuova Alba ha anche dedicato un pensiero ai fatti che in questi giorni hanno sconvolto Parigi chiedendo ai presenti di alzarsi in piedi “per ricordare coloro che sono morti per la libertà di espressione”.
È stata Emma Columbro ha introdurre il volume che ha definito “una raccolta di denunce, ma anche di conquiste”, lasciando spazio a un brano di Giorgio Gaber che parla della strada.
L’esposizione di Braccili è partita proprio da qui, ovvero dalla strada, con la proiezione di una porzione di un telegiornale messo in piedi da alcuni ragazzi della III media.
Un concetto quello della strada che Braccili ha sviluppato come filo conduttore di tutto il suo excursus, partendo dalla professione giornalistica che in essa deve affondare le sue radici e ancora quando ha detto: “c’è solo la strada su cui puoi contare; la strada è l’unica salvezza, c’è solo la voglia e il bisogno di uscire, di esporsi nella strada e nella piazza perché il giudizio universale non passa per le case dove noi ci nascondiamo. Bisogna ritornare nella strada per conoscere chi siamo”, concetti che la Pennetta ha apprezzato molto ed ha fatto propri.