I cittadini sanno la verità: il vero villaggio è l’Amministrazione Lapenna, un villaggio che ha accolto e messo insieme, nel 2006 e 2011, pur di vincere le elezioni, ambientalisti e anti-ambientalisti, sinistri e destrorsi, persone perbene e gente dedita a coltivare i propri interessi tanto da far parlare Ivo Menna, mai smentito e mai querelato, di “verminaio affaristico”. Un villaggio così assortito come può trovare il voto unanime sul Molino Village? Ha attuato la solita tecnica dilatoria lapenniana fino a subire le due ultime diffide da un imprenditore che attende da tempo risposta. Un consigliere comunale ha il diritto di astenersi, di votare a favore o contro, ma non può continuare a buttare la palla in tribuna perché teme che possa emergere la frattura di una maggioranza mai esistita e crollare l’intero impianto. Lapenna ha rinviato la patata bollente finché ha potuto, ma lunedì prossimo tutti i nodi verranno al pettine.
Ha voglia il consigliere Domenico Molino a separare l’aspetto amministrativo da quello politico! Se decidi di far passare o no le auto in piazza, emetti legittimamente un atto politico, affermi un tuo modo di immaginare la città. Se a due passi dalla riva vuoi consentire strutture turistiche o residenziali, emetti legittimamente un atto politico, affermi un tuo modo di immaginare la città. Molino ha paura dell’equazione Pd=cementificazione, ma l’Amministrazione Lapenna, dopo aver rimproverato per anni i predecessori, anche con supporti ecclesiastici, non ha modificato di una virgola il quadro cementificatorio, in attesa del nuovo “Villaggio Carlo Della Penna”. È la pseudo-sinistra, bellezza! O quel che ne resta.
Davide D’Alessandro