La lettura di moltissimi articoli di stampa aventi per oggetto l’attività, irrilevante e confusa, che caratterizza la neonata Azienda Regionale per le Attività Produttive mi induce ad inviare una breve nota di commento, essendo in gioco il futuro di molti lavoratori, un importante patrimonio pubblico che interessa la collettività vastese e la sopravvivenza di moltissime aziende insediate nei nostri territori che, tuttora, non appaiono adeguatamente considerate ed assistite. Ricordo che la riforma dei Consorzi Industriali, avviata con il varo dell’ARAP, non ha prodotto fino ad oggi, alcun risultato significativo di gestione e si è caratterizzata solo per una evidente azione di spoglio e di impoverimento esperita nel vastese e nel sangro.
Il CdA di Arap tira a campare e la stessa azione aggregatrice degli Enti territoriali disciolti è rimasta solo sulla carta, poiché i vari uffici continuano ad “operare” – si fa per dire – a livello esclusivamente individuale, senza iniziative comuni, con pochissime risorse economiche e senza raccordo con gli Enti Locali. Non risulta, infatti, che sia stata attivata alcuna nuova “mission” che garantisca il possibile successo della attività amministrativa a suo tempo ipotizzata dal legislatore Regionale e – soprattutto – il raggiungimento di un equilibrio della gestione aziendale. Cosa sarebbe – a mio parere – indispensabile ed urgente fare per cambiare la situazione che si è venuta a creare?
1) Non è – purtroppo – ipotizzabile annullare tutta la procedura seguita per il riordino dei Consorzi Industriali e ricominciare dall’inizio, a causa di tutte le risorse fino ad oggi investite.
2) L’Arap deve, quindi, organizzarsi per funzioni, utilizzando il personale presente nei vari uffici,senza duplicazioni (amministrazione, paghe, progettazione, etc), riducendo la duplicazione dei costi ma dotandosi di riferimenti strutturali effettivamente idonei,individuabili nelle sedi territoriali esistenti e non – come accade ora – presso la sede di Pescara della G.R.A., che è lontana dagli scenari operativi e dove non sono disponibili gli spazi necessari.
3) Deve continuare a fare e a migliorare la manutenzione e la gestione delle aree industriali, coinvolgendo oltre alle aziende – che sono allo stremo – anche i vari Comuni che percepiscono le imposte immobiliari e di servizio per le attività che sono invece fornite dalla Arap (con storno percentuale della Tasi, etc).
4) Deve realizzare le Aree Ecologicamente Attrezzate che effettivamente non sono ancora complete di tutte le infrastrutture, pianificando gli investimenti nelle sole zone di riscontrata attrattività industriale e di servizio e restituendo alla disponibilità dei Comuni le altre aree.
5) Deve gestire, di intesa con gli Ato Acquedottistici, gli impianti industriali idropotabili di proprietà, per sistemare i propri conti economici, essendo l’Arap un vero e proprio Ambito ottimale.
6) Può gestire gli Sportelli Unici delle Attività Produttive per conto dei Comuni.
7) Può costituire una divisione di progettazione e controllo per la realizzazione di opere pubbliche per conto degli Ato acquedottistici e per i Consorzi di Bonifica, fungendo da “general contractor”.
8) Può occuparsi di promozione industriale, di assistenza e diversificazione di mercato e/o di prodotto per le aziende insediate, ma solo in presenza di risorse finanziarie effettivamente disponibili e/o di provenienza comunitaria.
9) Può gestire la liquidazione del non ancora confluito Consorzio Industriale CH-PE ed il superamento della gestione commissariale.
È evidente che in questo importante quadro di operatività “reale”, caratterizzabile da un costante equilibrio di gestione, occorre calare rapidamente la qualificata presenza di nuovi amministratori che abbiano un mandato certo e durevole, ma che nello stesso tempo siano ben consapevoli delle ragioni della economia e del territorio dove operano e della necessità di azioni rapide ed efficaci. In caso contrario e cioè in presenza di soluzioni avulse dal contesto o fantasiose o, peggio, tardive,meglio sarebbe cancellare tutto, passando la palla ai competenti Settori della Giunta Regionale o delle Amministrazioni Comunali, senza attendere l’esito scontato di un deprimente transitorio che sta lentamente distruggendo tutte le esperienze maturate e le residue professionalità o le capacità tuttora esistenti all’interno degli ex consorzi industriali pubblici.
Dott. Ing. Edmondo Laudazi