Vanno avanti i controlli del Genio civile sulle condizioni reali di Palazzo d’Avalos alla luce dello smottamento del 24 gennaio scorso che ha provocato lo scivolamento di parte del muraglione di contenimento dei Giardini.
Quel che si cerca di comprendere, attraverso le indagini morfologiche e i sondaggi della campagna geognostica, sono le reali cause di un tale disastro che rischia di minare la stabilità strutturale del Palazzo, per il quale, ancora oggi sembra non ci siano minacce nell’immediato. I sensori installati potranno avvertire di eventuali lente variazioni all’assetto architettonico, ma poco potranno fare in caso di cedimenti improvvisi. D’altronde l’angolo di sud-est del Palazzo è a soli 2 metri dal fronte dello smottamento.
La cosa certa è che un muro che doveva essere autodrenante non ha fatto il suo dovere ed anche qui bisognerà valutarne i perché. Le infiltrazioni d’acqua ristagnanti hanno aumentato la forza di spinta della massa di terra di fatto generando il cedimento.
E sono le falde sotterranee a determinare le maggiori preoccupazioni per il team guidato dall’ing. Emidio Primavera, che nel corso delle proprie indagini ha individuato anche una condotta idrica nella porzione non franta ad una profondità di 5-6 metri di cui non si era conoscenza. La condotta avrebbe dovuto convogliare l’acqua in una grossa cisterna posizionata alla stessa profondità, ma sia la condotta che questa sono risultate all’ispezione asciutte.
Cosa può essere successo non è dato ancora sapere, ma la cosa più probabile è che da qualche parte vi sia stata una interruzione del percorso con conseguente dispersione idrica che potrebbe aver contribuito al disastro.
Alcune perplessità, però, restano: ad esempio su chi abbia approntato questo sistema di convogliamento; sul perché nessuno pare ne sia a conoscenza; sul perché un muro autodrenante non ha fatto il suo lavoro; sul fatto che anche chi polemizza con faciloneria non abbia pensato che magari anche i d’Avalos abbiano potuto avere dei problemi con le infiltrazioni idriche e la possibilità di smottamenti; che magari alcune strutture siano state realizzate all’epoca per contrastare tali fenomeni; la datazione delle crepe presenti da tempo nei sotterranei.
Su alcuni di questi dubbi probabilmente il Genio civile saprà dare delle risposte.