È una Vasto che urla la propria rabbia da tempo ed anche questa mattina gli echi della disperazione hanno risuonato per tutta Vasto Marina. E sì, perché dopo i dipendenti della ex Golden lady, quelli del Consorzio di Bonifica Sud, quelli del Cotir, a protestare a gran voce sono stati i dipendenti della fondazione padre Alberto Mileno – casa di cura S. Francesco, prossimi a tagliare il traguardo del quarto mese (più la tredicesima) senza stipendio. Situazioni che si ripetono nella loro drammaticità e che non possono non lasciare sgomenti anche per l’incapacità della politica di dare concretezza alle promesse e di trovare davvero le soluzioni adeguate alle problematiche sollevate in un momento che ha aggravato gli effetti delle criticità.
Bollette alla mano, tamburi e fischietti hanno accompagnato i cori di protesta dei 240 lavoratori alle prese con le conseguenze dei mancati pagamenti per i servizi erogati in convenzione da parte in primis dell’Azienda sanitaria regionale molisana (i cui ex vertici, tra l’altro, sono stati rinviati a giudizio dal Gup di Campobasso), ma anche delle Asl teatina, aquilana e foggiana.
Quasi 4 milioni di euro che la Fondazione deve introitare e che non solo risolleverebbero lo stato attuale, ma darebbe fiato anche al futuro per il quale il dito va puntato ancora una volta verso l’impasse del governo regionale che tarda ad attuare una riforma che disegnerebbe davvero il percorso futuro del San Francesco.
Una politica sempre più lontana dai problemi della gente e che ha disertato anche la manifestazione di questa mattina organizzata dai sindacati Cgil – Cisl – Uil con la presenza del solo consigliere comunale Paola Cianci.
Ed allora è comprensibile immaginare forme di protesta anche ripetute e più clamorose, come un nuovo sit-in di protesta dinanzi la Asrem di Campobasso o all’interno del Consiglio regionale a L’Aquila, nella speranza che una volta tanto qualcosa si muova.