Ho letto con particolare interesse l’articolo di ieri, scritto da Del Prete, sui grandi movimenti dei politicanti del territorio tra Cda, segreterie regionali e corsa per la poltrona di Sindaco di Vasto. C’era tutto in quell’articolo, ma non c’era la Politica, quella con la P maiuscola, quella che Vasto attende da tempo. Non c’era la Politica perché non ci sono più i Politici, perché non ci sono più i Partiti. Ci sono esseri umani in carne e ossa che, nella maggior parte dei casi, tengono famiglia. E le famiglie costano. Ci sono esseri umani che brigano cercando di individuare il miglior carro possibile. Vasto, invece, ha bisogno di altro. Intanto, di un’analisi chiara, franca, schietta, sui due disastrosi mandati di Lapenna. Se non c’è un’analisi vera, non faziosa, degli ultimi nove anni (dieci tra poco), amministrati da Lapenna e compagni, non è possibile guardare oltre, indicare un percorso, una meta.
Se non vengono passati ai raggi x le incapacità amministrative mostrate dal centrosinistra e le tante operazioni spericolate che hanno indotto Ivo Menna a parlare e a scrivere più volte di “verminaio affaristico”, non c’è salvezza per questa città, non c’è futuro per la Politica in questa città. Lo dico a Desiati, lo dico ad altri che vogliono cimentarsi da protagonisti con la prova del 2016. Non basta prendere i voti, mettere insieme ceci e fagioli. Bisogna amministrare. Vincere e non amministrare serve soltanto a chi vince, a spartire quote di potere, ma non alla città. Vasto chiede una Politica che abbia progetto e visione, una Politica che sappia realizzare, una Politica ambiziosa, che la riconduca dove merita, al centro dello scenario regionale e adriatico. Queste, ovviamente, sono parole e di parole ne abbiamo sentite e scritte tante. Adesso ci vogliono donne e uomini in grado di dire e di fare. Più di fare che di dire.
Davide D’Alessandro