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Bonus, legno e meno vincoli: il nostro mare cambia così

Stabilimenti balneari più grandi ed essenzialmente di legno, spiagge libere e corridoi contigui ridimensionati, aree e Riserve in gestione alle associazioni ambientaliste: è il futuro che il nuovo Piano demaniale marittimo regionale riserva alla costa abruzzese nei prossimi anni, almeno fino a quando non sarà chiarito il destino della direttiva europea della Bolkestein che impone l’asta per le concessioni. La direttiva è stata rinviata al 31 dicembre, ma c’è una legge che la fa slittare al 2020. Se la legge non dovesse essere osservata dall’Unione Europea (l’italia in questo caso verrebbe fortemente sanzionata), i balneatori hanno, con il nuovo piano demaniale approvato l’altro giorno quasi all’unanimità dal consiglio regionale, la possibilità di iniziare a ragionare se effettuare o no gli investimenti sulla loro concessione. Se sfruttare, cioé, subito quel bonus sugli ampliamenti (max il 30 per cento per Pescara) nel medio termine e allargare così la loro attività. Imprimendo, come auspicano, una spinta all’intero settore del turismo forte in Abruzzo di circa 600 concessioni.

Il Piano del demanio, al quale dovranno adeguarsi le disposizioni dei Comuni, verrà pubblicato sul Bollettino ufficiale (Bura) tra dieci giorni . In quel momento (o di lì a qualche giorno) diventerà legge. Per cui se qualche balneatore lo ritenesse limitativo, ha poco tempo a disposizione per cambiare qualcosa alla sua concessione.

Non deve sorprendere quindi la frenetica attività che in questi giorni viene riscontrata a ridosso di qualche stabilimento. Perché, ad esempio, se prima i Piani demaniali comunali consentivano la realizzzione di piattaforme in cemento armato, adesso il nuovo strumento regionale lo vieta e consente solo la predisposizione di una piattaforma prefabbricata, amovibile, sostenibile.

L’assessore al Demanio Dino Pepe è convinto che le norme di pianificazione del demanio sono state allineate alle direttive comunitarie «mirate al miglioramento della qualità della vita».

Le associazioni di categoria dei balneatori, che hanno condiviso l’iter in commissione del nuovo piano, sono rimaste soddisfatte del risultato. Non lo sono le associazioni ambientaliste Wwf, Marelibero, Italia Nostra e Legambiente che avevano anche presentato delle osservazioni al Piano in sede di Terza commissione e secondo le quali ora si sanano e si legittimano spropositati aumenti di cubature sulle spiagge abruzzesi. «Si continua a pensare a un bene comune come il demanio marittimo, alle nostre spiagge, soltanto in funzione dei balneatori», commenta Loredana Di Paolo a nome delle associazioni. Ma quali sono i punti piùcritici del nuovo Piano?

Le spiagge libere, tanto per cominciare: l’attuale normativa prevede che i Comuni devono riservare il 20% dei lidi in concessione a spiaggia libera; il nuovo piano invece dà la facoltà (non l’obbligo) ai Comuni di scegliere.

I nuovi volumi: l’attuale normativa prevede un limite massimo per la superficie coperta di 250 metriquadri; la modifica prevede e aumenti, in base al numero di abitanti, fino al 30% della superficie massima. «A Pescara e Vasto questo ulteriore incremento suscita anche il sospetto di celare una sanatoria di edificazioni abusive accertate e non demolite e comunque di una ulteriore e definitiva compromissione in termini naturalistici e paesaggistici del litorale», aggiungono le associazioni.

E ancora: la vista mare degli stabilimenti che aumenta del 5% per le concessioni con fronte mare inferiore a 40 metri; lo spazio libero tra due concessioni contigue che si riduce da 5 a 3 metri; i pannelli rigidi che potranno essere collocati a copertura di porte, finestre e portici degli stabilimenti per motivo di sicurezza («avevamo proposto le telecamere», dice sempre Loredana Di Paola).

«Il nuovo piano demaniale va bene, io piuttosto ho qualche perplessità sul fatto che ci sia qualcuno disposto a investire con la minaccia della Bolkestein alle spalle», è perplesso Cristiano Tomei della Cna balneatori. Nei prossimi giorni si vedrà quali effetti avrà il nuovo Piano sulle nostre spiagge.

Andrea Mori (fonte il centro)

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