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GiM: basta profughi, siamo al paradosso del “razzismo al contrario”

Giovani in Movimento, il sodalizio di centrodestra presieduto da Marco Di Michele Marisi, ha avviato una nuova campagna che non potrà non animare un nuovo dibattito politico e non solo in città. Una campagna incentrata sulla vicenda dei profughi accolti nei centri del vastese partita con l’affissione di alcuni manifesti coi quali si rivendicano anche i diritti dei cittadini italiani tanto da arrivare a parlare di “razzismo al contrario.

Il primo affondo non poteva non essere contro “le Coop pronte ad affondare le mani nel barattolo dell’emergenza – dal quale non si attinge marmellata ma denaro – senza che ci sia nessuno, severo come una mamma, che fermi l’incetta. No, non ci sto a star zitto quando vedo spuntare come funghi centri di accoglienza per profughi nell’alto Vastese, dal quale la protesta della gente difficilmente riesce ad arrivare nelle città, sui giornali, in tv.

Non lascio sola la gente che, tra le mille difficoltà di un territorio segnato sempre più da fatti di cronaca che afferiscono alla sicurezza, deve trovarsi, da un giorno all’altro, centinaia di nuovi vicini di casa senza sapere chi sono e che fanno. Non ci sto a guardare da lontano una parte di provincia che, tra una mortificazione ed un’altra, si vede aprire con violenza le ante per metter dentro quel che arriva, come fosse il frigorifero di un supermercato. E non accetto nemmeno chi dice che proteggere la propria terra e la propria Comunità significa essere razzisti”.

Di Michele Marisi spiega il perché di un razzismo al contrario. “Perché ormai – scrive – si è arrivati al fenomeno del razzismo al contrario, quello diffuso tra chi continua, imbottito fino al collo di finto buonismo, a predicare l’apertura delle frontiere e dei territori, senza chiedere di pensare anche e magari prima agli italiani; a quei giovani che non trovano lavoro, agli esodati senza stipendio e con una famiglia da mandare avanti, alle fasce deboli senza una casa, né un sussidio, né una forma di tutela da parte dello Stato. Pensare ai profughi dimenticando le difficoltà di chi in questo Paese paga le tasse o almeno cerca di farlo, non è razzismo al contrario? E cosa c’è di peggio del dimenticare chi a questo Paese è stato sempre fedele? Quale peggior razzismo del continuare a far soffrire la nostra gente e regalare tetti e pasti caldi ai profughi? E poi i costi sociali dell’accoglienza: oltre il budget a persona – soldi dell’Europa, dunque nostri – i brividi vengono quando ti accorgi che su 98 arrivati solo a Schiavi d’Abruzzo, 40 sono andati via. 40 irreperibili. Sparsi dove? A far che? E non è razzismo ospitare profughi senza poter assicurare loro un futuro dopo il passaggio nei centri di accoglienza? Aprano gli occhi gli Amministratori! Affrontino con coraggio ed orgoglio una violenza che rischia di divenire una “normalità”. E non c’è niente di peggio che abituarsi a ciò che non va. La gente, quella che tutti i giorni vive la realtà, lo sa bene. Per quanto mi riguarda, sto cercando di far sentire la loro, la nostra voce”.

Una iniziativa, quella di GiM, che fa eco alla manifestazione di Fratelli d’Italia, di cui Di Michele Marisi è rappresentante, a Pescara del 21 febbraio scorso con una fiaccolata – presidio al grido “basta sbarchi”.

  • Case popolari
  • Meno centri di accoglienza
  • Sussidi
  • Centri di accoglienza, No grazie
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