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Sospensione del cantiere della Effeci, Sabatini e il legale Cerullo: “un procedimento che appare viziato da illegittimità per travisamento dei fatti”

È un fiume in piena Corrado Sabatini quando parla della nuova sospensione dei lavori comminata al cantiere di via S. Lucia della Effeci costruzioni. Stamane in conferenza stampa si è presentato carte alla mano affiancato dal suo legale Giacomo Cerullo, già collaboratore dello studio De Vergottini e Mattarella, per rispondere alle contestazioni rilevate nel provvedimento che porta la firma del dirigente del settore Urbanistica, Pasquale D’Ermilio, emanato in seguito a un sopralluogo del nucleo di Polizia edilizia che ha rilevato alcune irregolarità relativamente al piano interrato, destinato dal progetto a garage.

Insomma, dopo il dissequestro dello stesso cantiere deciso nel settembre 2013 dal Tar di Pescara e della sentenza di legittimità della costruzione emessa dal Consiglio di Stato nel marzo del 2014, sabatini si trova a dover fronteggiare un nuovo ostacolo sopraggiunto praticamente a cantiere ultimato.

Una decisione quella assunta dal dirigente del Comune che non può non avere effetti pesantissimi sull’impresa edile, anche perché determina l’inefficacia degli atti di compravendita stipulati finora (ben 4 dei 7 appartamenti ed uno in itinere) sia l’impossibilità di stipularne atti. E non solo, perché il direttore parla anche “di danno d’immagine oltreché economico”, quest’ultimo quantificabile in circa 400 mila euro. A rimetterci, però, sono state anche le famiglie dei due operai che da tre anni lavorano per la Effeci e che ora hanno dovuto masticare un amaro licenziamento in tronco, anche se si spera solo temporaneo.

Sabatini e il suo legale hanno parlato di un processo alle intenzioni e dell’assenza dei riferimenti legali (articoli e commi delle norme del PRG o delle NTA eventualmente violati) nel provvedimento di sospensione. Quel che è certo è che molto è incentrato sulla questione garages, o meglio sul un loro supposto cambio di destinazione d’uso, soprattutto uno di oltre 100 mq che secondo il Comune doveva essere suddiviso in 7 unità e che, secondo gli Uffici, potrebbe divenire un appartamento anche perché si è provveduto a pavimentare e portare acqua e corrente in tutti i boxes.

Una posizione che Cerullo contesta fortemente in quanto nel piano approvato quel garage è individuato come il numero 7, mentre non si parla di una sua suddivisione in 7, come viene contestato dall’atto dirigenziale; inoltre il fatto che sia stato pavimentato e via discorrendo è cosa ormai normale. E non solo, perché l’unità verrà venduta come garages e qualora venga successivamente riconvertita in unità abitativa la violazione non sarebbe da attribuire al costruttore, ma alla nuova proprietà.

Per il legale si tratterebbe comunque di “irregolarità formali, di un procedimento che appare viziato da illegittimità per travisamento dei fatti, errori materiali di misurazioni nonché violazione dell’obbligo di motivazione e di indicazione delle presunte norme urbanistiche violate e non certamente di abuso”, che, invece, quello sì che potrebbe determinare un provvedimento di sospensione, ma, comunque, non a cantiere ultimato.

“Un simile provvedimento – dice Cerullo – si adotta in presenza di abuso quando esiste il rischio di un aggravamento dello stesso”. “Inoltre – aggiunge – non può esistere una presunta illegittimità sulla cui insussistenza vi era già stato un pronunciamento”.

Cosa succederà ora è presto detto: “il Comune di Vasto ha 45 giorni per irrogare delle sanzioni. Scaduti detti termini senza che ciò accada il provvedimento di sospensione perderà efficacia – dice ancora il legale – Intanto noi cercheremo di collaborare con il Comune presentando osservazioni e memorie in relazione ad ogni contestazione riservandoci, nel caso che non vengano accolte, un ricorso dinanzi al Tar Abruzzo contro ogni provvedimento sanzionatorio”.

Per Sabatini, che ha parlato senza peli sulla lingua di un fatto personale, la conferenza di stamane è stata anche l’occasione di un dura riflessione politica. “In una città come Vasto di circa 45 mila abitanti – ha detto – abbiamo ancora un Piano regolatore datato 2000 e ormai superato dai cosiddetti PRG dinamici che adattano gli strumenti urbanistici ai mutamenti dei tempi. A chi dice che il settore Urbanistica ha poco personale per procedere alle Varianti, rispondo che la vicina San Salvo ha solo due impiegati eppure ha già realizzato ben 4 varianti al PRG”.

Sabatini torna a parlare della necessità di un nuovo Piano regolatore che scriva la parola fine “a queste anomalie grosse (il riferimento è soprattutto alle zone franose che andrebbero interdette) con una profonda revisione delle zone, così da evitare provvedimenti tampone”. E, poi, torna a chiedere un PRG con volumi zero, ovvero con il trasferimento delle cubature da un sito che deve divenire inedificabile ad uno che invece lo è.
E, poi, giù l’affondo sui pesanti ritardi nell’approvazione del “Piano di Recupero del Centro Storico fermo da 10 anni” e sul Piano Spiaggia non ancora varato.

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