Sono tante le donne che subiscono violenza, ogni caso è a sé e non sono possibili generalizzazioni. Piuttosto è il maltrattante che di solito soddisfa uno schema d’azione ben preciso: la tendenza alla violenza emerge quasi subito nella relazione, di solito dopo due o tre mesi. “All’inizio”– come spiega Barbara Catalano, una delle operatrici del Centro DonnAttiva di Vasto,”di fronte ai ripetuti obblighi imposti dall’uomo, la donna, essendo nella fase dell’innamoramento si dice tra sé e sé che rinuncia ad uscite con i suoi affetti per amore dell’uomo, poi , con il passare del tempo, rinuncia perché non ha scelta”. “Prima di tutto“ continua la responsabile del Centro DonnAttiva Licia Zulli “è esercitata sulla donna una violenza di tipo psicologico per cui l’uomo tende progressivamente ad isolarla, vietandole di uscire o incontrare parenti o amiche, in modo da farla diventare più fragile e più remissiva. Alla violenza psicologica seguono poi la violenza fisica, sessuale ed economica”. Un altro meccanismo che si ripete nelle relazioni violente è l’alternanza tra momenti di brutale maltrattamento e momenti di corteggiamento: appena la donna è sul punto di andarsene via di casa, l’uomo cerca di farle cambiare idea, lusingandola con regali e complimenti e promettendole di non farle più del male. Solitamente la donna cede di fronte a tale comportamento e decide di dargli un’altra possibilità. Puntualmente, però, il maltrattante riprende ad assumere il comportamento violento dopo pochi mesi dal suo finto ravvedimento. “Non è chiaro come sia possibile che la donna ceda sempre di fronte all’uomo che si rabbonisce; probabilmente scattano in lei dei meccanismi molto complessi, spesso decide di continuare a subire anche perché quello stesso uomo è il padre dei suoi figli”– spiega ancora Barbara Catalano. Che si tratti di una donna “sguarnita” che non ha maturato una sua autonomia completa dal maltrattante, in quanto magari si è messa insieme a quest’uomo fin da quando aveva una giovanissima età e costui gli ha impedito di acquisire sicurezza in se stessa, o che si tratti di una donna emancipata, il risultato non cambia: entrambe abbassano spesso la testa nei confronti del violento. “Anche se non è assolutamente possibile dare un profilo tipo delle donne che solitamente aiutiamo, spesso sono sulla cinquantina e hanno alle spalle un percorso di sofferenza; questo dato parziale si può spiegare perché arrivate a quell’età non riescono più a sopportare gli abusi e i soprusi con cui fanno i conti da anni”– “ma si rivolgono a noi donne di tutte le fasce d’età dalle diciottenni alle settantenni”– afferma Licia Zulli. Il centro anti-violenza DonnAttiva ha a disposizione varie figure per aiutare queste donne: prima di tutto sono accolte dalle operatrici, poi hanno anche un sostegno psicologico e legale. “Lavoriamo in team e siamo in collegamento con l’ospedale e il pronto soccorso, le forze dell’ordine, i servizi sociali, il Centro di salute mentale, il Ser.T e i consultori, per cui anche donne che hanno il primo contatto con uno di questi enti, possono essere dirottate verso di noi”. Il centro , inoltre, ha il filo diretto con il 1522, il numero verde che il Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio ha messo a disposizione per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne. Il servizio è attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno. Spesso, perciò, il centro DonnAttiva prende in carico anche donne che hanno inviato la propria segnalazione al 1522 e che non sono del vastese, ma provengono principalmente dalle regioni limitrofe, in particolare dal Molise, dove non sono presenti centri anti violenza. Se si guarda ai dati statistici del centro, che è attivo a Vasto da quattro anni, si può trovare conferma dell’aumento a livello nazionale della violenza sulle donne: nel 2012 il centro ha preso in carico 29 donne tutte vittime di violenza, nel 2013 il numero è quasi raddoppiato e ha raggiunto la soglia di un trentina di donne, nel 2014 sono state 35 le donne che sono state aiutate, di cui 2 vittime di stalking, solo dai primi mesi del 2015 sono già 9 le donne che sono seguite dagli operatori. Guardando agli anni precedenti, nel 2011, quando il centro DonnAttiva non era ancora specifico per la violenza, ma era un servizio generico offerto alla donna per varie problematiche, gli operatori hanno trattato ben 12 casi di violenza, per cui assieme al comune, hanno pensato di offrire un servizio più specifico per cercare di arginare questo fenomeno, che nel nostro territorio si è iniziato a rilevare come emergenza a partire dal 2011. Purtroppo i dati parlano chiaro: l’emergenza non è stata ancora risolta. Proprio per questo, il centro DonnAttiva è impegnato anche nella sensibilizzazione all’interno delle scuole secondarie di secondo grado, con le quali sta portando avanti molte iniziative. “Bisogna considerare, inoltre, che non tutti i casi che abbiamo preso in carico gli anni passati sono stati risolti e che sono moltissime le donne che sono passate solo per la fase dell’accoglienza e poi non hanno deciso di continuare il percorso”– spiega Barbara Catalano – “Spesso, queste donne hanno solo bisogno di essere ascoltate e incoraggiate, ma non hanno il coraggio di andare fino in fondo per quei meccanismi complessi ai quali accennavamo prima”. Il centro DonnAttiva di Vasto, svolge sicuramente un servizio prezioso e dà un contributo concreto alla violenza contro le donne. È difficile, infatti, che da sola la donna riesca a uscire dalla situazione di violenza. Il centro DonnAttiva di Vasto si trova in via Anelli 20 e osserva i seguenti orari:
Lunedì 9.30-12.30 sportello accoglienza; 16.00-19.00 sportello anti stalking
Martedì 9.00-13.00; 16.00-19.00 sportello accoglienza
Mercoledì 9.30-12.30; 15.00-19.00 sportello accoglienza
Giovedì 16.00-19.00
Venerdì 8.20-12.30
Sabato 9.30-12.30.
Nausica Strever