Continuano i problemi per la gestione della Sasi, l’ente che gestisce la fornitura dell’acqua in quasi tutti i comuni della provincia di Chieti. Dopo aver assolto con formula piena “perché il fatto non costituisce reato” il precedente presidente Pedullà, ed i componenti il Consiglio di Amministrazione La Barba, Palmerio e Masciulli, il giudice per le udienze preliminari di Lanciano, Francesco Marino, ha deciso di rinviare a giudizio il 21 ottobre prossimo Domenico Scutti, attuale presidente del Cda, e gli ex componenti Vincenzo Palmerio e Giuseppe Di Vito per false comunicazioni sociali in concorso, accogliendo la richiesta del Pm Ruggero Dicuonzo secondo il quale alla data di approvazione del bilancio 2010, con “l’intenzione di ingannare il pubblico per conseguire un ingiusto profitto, nei libri e registri societari avrebbero omesso informazioni, la cui comunicazione è imposta dalla legge, sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, in modo da indurre in errore i creditori destinatari sulla predetta situazione e cagionando loro un danno patrimoniale”.
Toccherà, dunque, al confronto in un’aula di tribunale accertare se le tesi del pm siano valide o meno.
La gestione Scutti già finita nel mirino del centrodestra dopo l’ultimo rinnovo del Cda che ha portato ben tre candidati del centrosinistra ad occuparne le poltrone facendo scaturire la protesta dei sindaci di un centrodestra che aveva conquistato un seggio, entra, con la notizia del rinvio a giudizio, anche nel mirino del Comitato Acqua Bene Comune Lanciano che attraverso le parole di Amanda De Menna scrive:
La notizia del rinvio a giudizio del presidente Scutti e di due ex consiglieri di amministrazione della Sasi, al netto della “presunzione d’innocenza”, avvalora e rafforza sempre più le richieste di un netto cambio di rotta per la SASI e per la gestione dell’acqua in Provincia di Chieti, portate avanti in questi anni dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua Pubblica e dai Comitati Acqua Bene Comune locali. Sin dalla prima assemblea riunitasi per votare il rinnovo del Consiglio di Amministrazione, abbiamo chiesto ai Sindaci di non interessarsi soltanto alla loro rappresentanza politica in CdA, ma di mettere al centro il “bene comune” e la sua tutela.
La precedente gestione Scutti è apparsa sempre più discutibile sotto tantissimi aspetti, dalla netta e totale chiusura verso le istanze della cittadinanza e dei comitati, al mancato rispetto dei referendum del giugno 2011 e della dovuta restituzione della remunerazione del capitale ai cittadini; dalla gestione del personale a quella economica (il Bilancio 2010 è focale per il rinvio a giudizio di questi giorni e non a caso anche oggetto di un esposto del Comitato Acqua Bene Comune di Lanciano).
Mentre i cittadini e le cittadine della Provincia di Chieti soffrono ogni estate (e non solo) una sempre più cronica mancanza d’acqua nelle case (le conseguenze delle recenti perturbazioni meteo, con addirittura quattro rotture in successione nel lancianese dimostrano una volta di più, in maniera incontrovertibile, l’urgenza di porre mano alle reti idriche) – i sindaci di PD, PDL e UDC hanno svolto tre assemblee della SASI, interessandosi unicamente della spartizione delle poltrone nel nuovo CdA, arrivando a riconfermare la propria fiducia in Domenico Scutti, sulla cui gestione già varie indagini della magistratura erano in corso e che adesso – dopo questo rinvio a giudizio – finirà direttamente in un’aula di tribunale.
Il non interessarsi minimamente di queste indagini, il non puntare sulla totale trasparenza e informazione alla cittadinanza di quanto stava accadendo, il voler mettere interessi di partito davanti a tutto e tutti decidendo di riconfermare senza alcun indugio una gestione a dir poco discussa e discutibile, appare oggi ancor di più nella sua gravità e insostenibilità.
La magistratura farà il suo corso, e siamo ben consci che per la legge italiana nessuno è colpevole fino alla sentenza definitiva, ma l’attuale rotta non può proseguire. I Sindaci di PD, PDL e UDC – se ancora hanno un seppur minimo interesse al “bene comune” Acqua e ad una sua gestione limpida, chiara e trasparente, si riuniscano immediatamente e rimuovano questo Consiglio di Amministrazione, su cui gli avvisi di garanzia di questi giorni pesano come macigni. Diano avvio ad un netto cambio di rotta e scelgano le migliori professionalità possibili, lontani da interessi particolari e di partito. Persone che tutelino i cittadini e le cittadine, che perseguano il rispetto dei referendum del giugno 2011 e diano compimento alla fusione ISI-SASI, eliminando anche quest’ulteriore clamorosa situazione, già ampiamente censurata dalla Regione e non è in linea con la normativa nazionale.