Sono trascorsi più di 30 anni da una calda mattina estiva allorquando il compianto amico ing. Michele Benedetti mi convocò d’urgenza in via Santa Lucia per guardare da vicino quanto stava accadendo da quelle parti. Giovane cronista d’assalto mi armai di taccuino e macchinetta fotografica e raggiunsi in brevissimo tempo la zona dell’ex Palazzetto che era appartenuto alla nobile famiglia dei d’Avalos.
Arrivato sul posto trovai l’amico Michele che discuteva animatamente con un operaio che si rifiutava di farlo entrare all’interno della Chiesetta di Santa Lucia dalla quale alcuni residenti della zona riferivano di aver sentito provenire forti rumori. Rumori simili ad abbattimenti di strutture portanti dell’edificio.
L’ing. Michele Benedetti, che amava davvero questa città e che si batteva per preservare dall’attacco dei “barbari” di quell’epoca – ovvero dagli speculatori edili – i beni storici e monumentali di Vasto, chiese anche l’intervento dei Carabinieri.
Fu tutto inutile. Ad un difensore dei beni archeologici e ad un cronista non era consentito entrare in quello che era un bene privato e che era stato già “spogliato” precedentemente da chi vi aveva facile accesso. Seguirono verbali, denunce e processi. Ma i “barbari” continuarono ad impoverire il Palazzetto di Santa Lucia e la Città di gioielli architettonici, di pietre lavorate, di reperti d’arte finiti in collezioni private e probabilmente anche all’estero.
La fine dell’antica chiesetta di Santa Lucia era quindi segnata. Per anni quel fabbricato, complice anche un lunghissimo procedimento fallimentare, è stato terra di nessuno. Addirittura il soffitto dell’antica chiesetta di Santa Lucia era sparito ed all’interno di quello che era stato un luogo di culto molto amato dai vastesi erano nate piante di alto fusto.
Chi doveva controllare un bene archeologico probabilmente non lo ha fatto.
Quella struttura da qualche tempo è passata di mano finendo nell’elenco delle proprietà di un operatore industriale che aveva manifestato l’intenzione di riportare la Chiesetta di Santa Lucia agli antichi splendori.
Oggi il crollo del muro. Tutto previsto. Chi negli anni settanta aveva iniziato l’opera di demolizione era ben consapevole di come sarebbe finita la vicenda. Ora, prendersela con chi amministra la Città non ha senso. E’ davvero compassionevole leggere commenti e giudizi scritti probabilmente senza essere a conoscenza dei fatti come reazione spontanea alla notizia di un danno subito dalla Città. I beni che appartengono ai privati, fino a prova contraria, vanno curati dai proprietari. Solo le Soprintendenze possono e devono intervenire quando ci si accorge del disinteresse e della malafede.
Giuseppe Forte
(Presidente del Consiglio Comunale di Vasto )