Remo Bello, 50 anni sindaco di Casalbordino, Antinoro Piscicelli, 52 anni assessore, e Massimo Gigliotti, 61 anni responsabile del settore lavori pubblici, sono stati condannati dalla Corte dei Conti al pagamento di euro quarantamila in favore del Comune di Casalbordino. Nel dettaglio: Bello dovrà sborsare euro seimila, Piscicelli euro seimila, Gigliotti ventottomila euro.
La vicenda risale al 2009 e prese l’avvio da un esposto di alcuni cittadini in merito a dei lavori di pavimentazione realizzati nel centro storico. Dall’esposto sarebbe emerso che all’impresa era stata corrisposta una somma non dovuta. Le indagini, portate avanti dalla Forestale, confermarono il versamento non dovuto di circa quarantamila euro. Il tutto finisce alla Corte dei Conti che, a conclusione del processo, condanna i tre a risarcire il comune di Casalbordino.
Il sindaco Remo Bello ha reagito alla sentenza della Corte dei Conti indirizzando una lettera aperta ai concittadini, spiegando che nel momento del suo insediamento (maggio 2007), era in corso con la ditta appaltatrice un contenzioso con richiesta di arbitrato, per maggiori lavori di circa 130.000 euro che la ditta reclamava per “carenze progettuali” che non erano state “correttamente istruite dalla direzione lavori”. Sostiene il sindaco: “Vennero eseguiti tutti i necessari controlli per verificare se le richieste avanzate dall’impresa fossero fondate e se il Comune avesse potuto avere qualche possibilità di vittoria, sulla base anche della non chiara documentazione rinvenuta, nel qual caso si fosse ostinato a continuare nel contenzioso. Balzò subito agli occhi che nessuna speranza di vittoria poteva avere il Comune in caso si fosse deciso per il proseguimento del contenzioso, sia per le gravi mancanze progettuali, sia per la non corretta gestione della documentazione d’appalto, sia per gli effettivi lavori effettuati oltre il capitolato d’oneri e quindi per l’indubbio indebito arricchimento per l’ente. Ne seguì un accurato e puntuale esame con la conclusione che con la transazione si sarebbero risparmiati settantamila euro”.