Il prossimo Consiglio comunale, che già prevedeva ben 18 punti all’Ordine del Giorno, se ne arricchisce di un altro, ovvero la discussione su un Odg contro il possibile spostamento dell’Ufficio Territoriale per l’Agricoltura di Vasto a Scerni in conseguenza della Proposta di nuova organizzazione dell’assetto interno del Dipartimento Sviluppo Economico e Politiche Agricole.
L’Ordine del Giorno è stato protocollato dai consiglieri di maggioranza che mettono in evidenza come “l’UTA di Vasto, struttura tecnica dell’ Assessorato per l’Agricoltura è presente a Vasto da oltre 45 anni, quale presidio importante per lo sviluppo agricolo del territorio; questo perché Vasto è località strategica per il comprensorio vastese: accoglie gli uffici e le strutture che erogano i servizi pubblici essenziali per le popolazioni del comprensorio stesso. Per questo motivo esistite una consolidata ed efficiente rete per il trasporto pubblico che collega i Comuni del vastese alla cittadina costiera.”
Inoltre nel documento si ricorda che “L’eventuale decentramento dell’Ufficio da Vasto a Scerni, per l’assenza dei collegamenti pubblici necessari, comporterebbe seri e irragionevoli disagi all’elevato numero di utenti dell’UTA, provenienti da tutto il comprensorio, ancor più se si considera la esigua economia realizzabile con detto intervento (meno di € 30 000,00 /anno per costo dell’affitto dell’immobile che ospita l’UTA)”.
Infine, i consiglieri di maggioranza, firmatari del documento, evidenziano ancora che “l’economia agricola e forestale del comprensorio, costituito da 29 Comuni collocati nelle diverse fasce altimetriche, che dalla costa raggiungono i punti più alti nei comuni ai confini con la regione Molise risulta altamente rappresentativo nel panorama agricolo regionale: se la sola provincia di Chieti rappresenta il 40- 50 per cento circa del settore agricolo e forestale regionale, l’agricoltura del comprensorio vastese partecipa a questo dato per oltre il 30 per cento!
Il panorama agricolo risulta variegato e complesso. Importanti e fragili ecosistemi forestali e aree agricole in abbandono caratterizzanti le aree più interne richiedono interventi di tutela, conservazione anche attraverso incentivi e sviluppo di alternative di reddito per le aziende interessate, attraverso la diversificazione dell’economia rurale ed il miglioramento delle condizioni di benessere delle popolazioni (promozione delle attività connesse al turismo, conservazione e miglioramento del patrimonio rurale e della biodiversità, rinnovamento e sviluppo dei villaggi rurali, riqualificazione edifici di pregio, sviluppo di fonti energetiche alternative)”.
Il nuovo Piano di riorganizzazione del Dipartimento messo in piedi dalla Direzione non è finito nel mirino solo del Consiglio comunale vastese, ma sul piede di guerra è scesa anche la Cisl Funzione pubblica che pur da tempo ritiene che “una riorganizzazione è diventata ineludibile, dopo, l’accorpamento dell’ARSSA alla Direzione Agricoltura avvenuta con Legge regionale”.
L’organizzazione sindacale, però, ha alzato la voce per chiedere, all’assessore alle Politiche agricole Dino Pepe, a quello al personale Silvio Paolucci e al presidente Luciano D’Alfonso, “un incontro urgente per evitare che l’adozione dell’atto di riorganizzazione possa nuocere alle attività produttive agricole dell’Abruzzo”. E sì, perché la Cisl ritiene “che la proposta elaborata dal Direttore del Dipartimento dello Sviluppo Economico e Politiche Agricole sia irricevibile”.
Infatti, “il progetto di riorganizzazione sottovaluta la distribuzione degli uffici UTA sul territorio in relazione alla filiere produttive creando dei grossi scompensi territoriali, che sicuramente, oltre ad avere un impatto negativo sull’organizzazione del Dipartimento avranno ripercussione sul settore agricolo generando problemi alla filiera vitivinicola dell’Abruzzo settentrionale e del Sud Abruzzo.
È inaccettabile che venga soppresso un ispettorato su quattro ed alcuni Uffici UTA che sono strategici per lo sviluppo agricolo regionale”.