E come se non bastasse quel che è successo quest’oggi in regione continua a piovere sul bagnato. Un diluvio quello che si abbatte su chi si aspettava (ambientalisti in primis) che la costituzione del Parco della Costa teatina potesse scrivere la parola fine sulla deriva petrolifera nel mare Adriatico. Infatti, a Palazzo Montecitorio era in programma oggi il question time nel corso del quale il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha dovuto rispondere ai quesiti sul Parco posti dall’onorevole Fabrizio Di Stefano, il quale senza mezzi termini ha dichiarato a margine “Il Parco della Costa Teatina, qualora fosse realizzato, non bloccherebbe in alcun modo Ombrina mare o insediamenti ad esso similari. A dirlo chiaramente è stato il Ministro Galletti rispondendo oggi al mio question time. La grande menzogna del Pd abruzzese, il quale garantiva che l’insediamento del Parco sarebbe stato elemento ostativo per queste prospezioni idrocarburiche, è stata oggi definitivamente smentita e sbugiardata”.
Di Stefano aveva chiesto lumi anche sulla nomina del commissario per la perimetrazione De Dominicis. “Sugli altri quesiti posti – ha detto – il Ministro non è stato altrettanto chiaro: non ha chiarito le ragioni curriculari della scelta di colui che mentre era Presidente della Provincia di Pescara non si accorgeva del disastro ecologico di Bussi. Il Ministro ha poi omesso di chiarire gli strumenti e le strutture di supporto con cui il Commissario dovrebbe lavorare per espletare il suo mandato, evidentemente perché questi strumenti non sono stati forniti”.
“Ancora una volta il Pd abruzzese cerca di coprire con le menzogne e le nobili finalità i veri scopi della propria azione – accusa il parlamentare di Forza Italia – fare il Parco significa creare nuove poltrone e governare il territorio sulla testa dei sindaci e delle popolazioni amministrate. Non certo, fare quello che prometteva tempo fa l’allora Sottosegretario Legnini, ossia di “l’istituzione del parco può essere uno strumento per fermare Ombrina”.
Per queste ragioni, siamo ancora più convinti dell’inutilità di questo Parco e della necessità di moltiplicare gli sforzi in ogni sede e le mobilitazioni popolari, veri strumenti per bloccare Ombrina, così come avvenne per il Centro Oli di Ortona”.