Lo avevamo annunciato per primi e stamane sono giunte le conferme: è una maggioranza fortemente divisa quella che esce dal consiglio comunale di oggi e Luciano Lapenna, a poco più di un anno circa da quando aveva azzerato la sua settima Giunta, deve tornare a fare i conti con i mal di pancia della sua maggioranza. Le 4 astensioni (Luigi Marcello, Gabriele Barisano, Corrado Sabatini e Giovanna Paolino) nella votazione sul Piano triennale delle Opere pubbliche rappresentano un chiaro segnale per il primo cittadino, apparso piuttosto contrariato e sorpreso dall’atteggiamento dei socialisti dentro l’Aula Vennitti, che dovrà sedersi di nuovo a tavola e stilare quel cronoprogramma che rappresenta un po’ il leit motiv del suo secondo mandato.
A turno glielo hanno chiesto Giustizia Sociale, il Pd (di Del Casale e Vastoviva), e stamane nuovamente il PSI che ha chiesto impegni concreti per il Piano di recupero del Centro storico, il Piano demaniale comunale e di gestione dell’area SIC. Un’azione del genere non poteva prescindere dalla scelta di rimettere l’assessorato all’Urbanistica, attualmente in capo al socialista Luigi Masciulli, nelle mani del sindaco, che, probabilmente, dovrà rimettere mano alla sua Giunta e mantenere quella promessa che aveva fatto all’indomani del varo dell’ottavo governo cittadino, nell’aprile scorso.
Un confronto, dunque, che dovrà essere politico e programmatico alla luce anche del fatto che, al di là di assenze più o meno strategiche, alla resa dei conti il rischio è che non si abbia più una maggioranza. Un conteggio che non andava fatto certamente oggi, in sede di votazione del Bilancio di previsione, perché anche una sconfitta in quell’ambito non avrebbe determinato la caduta dell’Amministrazione, tant’è che anche il PSI ha deciso di votare a favore per mera volontà di non ingessare l’attività di governo cittadino. Bisognava, però, dare un segnale forte a Lapenna in primis, ma anche agli alleati perché questo ultimo anno segni davvero una svolta in vista anche di una delle corse elettorali più dure che si ricordi… ed il segnale ben visibile è arrivato.